Roma, 13 gen. - Trasferire i malati dai piccoli ospedali nelle cliniche private convenzionate. Riorganizzare i reparti di Chirurgia dei grandi nosocomi, per liberare posti da mettere a disposizione dei reparti di Medicina. Ecco i due provvedimenti principali stabiliti dalla Regione Lazio, che sono stati comunicati ieri pomeriggio ai direttori generali delle Asl e degli ospedali pubblici per affrontare il sovraffollamento dei pronti soccorso e la paralisi delle ambulanze. Alla riunione con i manager e i responsabili dei pronto soccorso degli ospedali di Roma e provincia, durata oltre due ore, hanno partecipato il coordinatore della cabina di regia sulla sanità, Alessio D'Amato, e la direttrice della Programmazione sanitaria della Regione, Flori Degrassi.
"Abbiamo chiesto agli ospedali uno sforzo suppletivo, cioè riorganizzare tutta l'area chirurgica- ha spiegato Degrassi al termine dell'incontro- Si deve stabilire quali malati vanno va in chirurgia ambulatoriale, in day surgery, chi viene mandato alla preospedalizzazione in vista del ricovero programmato. Inoltre i reparti di Chirurgia vanno divisi in area 'cinque giorni' e 'long', che risponde all'emergenza".
In altre parole una parte dei letti di Chirurgia, in genere molto numerosi nei grandi ospedali con più di 800 posti totali, verranno messi a disposizione dei pazienti che arrivano dal pronto soccorso, anche se non devono essere operati. "Oggi sono cambiate le tecniche e certe cose non si operano più- ha precisato la dirigente regionale- Per questi motivi l'area chirurgica è quella che può essere più rimodellata. Aggiustando l'area chirurgica, si liberano dunque risorse nell'area medica, che ora è quella in sofferenza, perché i pronti soccorso in questa stagione hanno prevalentemente malati con problemi medici, non chirurgici".
Durante l'incontro sono anche emersi la carenza di infermieri in alcune Asl, la degenza media troppo lunga, e soprattutto le gravi lacune dell'assistenza sul territorio per curare i malati cronici e gli anziani non autosufficienti, che spesso, anche per colpa della crisi, usano il pronto soccorso come un ambulatorio per fare analisi, ecografie e tac, con due vantaggi: non attendono mesi in lista d'attesa e non devono pagare il ticket.
La Regione ha chiesto agli ospedali con più di 800 posti letto, come il San Camillo e il Policlinico Umberto I, di non trasferire più pazienti nelle cliniche, salvo per ricoveri che riguardano la riabilitazione: in questo modo i piccoli ospedali, come il Pertini, il Policlinico Casilino, il Policlinico Tor Vergata e il San Pietro, in questi giorni super affollati, potranno portare i loro malati nelle case di cura. "Inoltre abbiamo chiesto a tutti quelli che trasferiscono i pazienti nei grandi centri pubblici- ha aggiunto Degrassi- di riprenderseli una volta stabilizzati".
Ma non c'è il rischio di aumentare le spese per la Regione? "Le case di cura non supereranno il budget- ha risposto la dirigente- ma lo avranno tutto a disposizione per questi 3 mesi. Si comincia subito: da oggi sono tutti pronti a lavorare su questo". Questa settimana Zingaretti nominerà i nuovi manager, che saranno chiamati da subito a gestire una patata bollente.
(Cds/ Dire)