Roma, 9 gen. - "È fuori discussione che in molte Regioni sia necessario razionalizzare gli Ospedali, ridurre il numero di Unità Operative e quindi il numero di primari. Bisogna però operare con scelte meditate considerando soprattutto il ruolo che il Direttore di una Struttura operativa complessa (ex primario) si è visto assegnare con il nuovo modello di sanità aziendalizzata". Lo dice Gianpiero Fasola, Presidente del Collegio dei primari oncologi medici ospedalieri, che lancia un messaggio alle Regioni .
"Molti dei progressi compiuti dal Ssn negli ultimi venti anni- spiega- si devono all'introduzione di logiche aziendali che hanno fatto fare un salto di qualità rispetto alle vecchie Usl. A parità di condizioni, strutture e risorse la differenza tra una struttura che funziona bene e una che funziona male spesso la fa chi la guida. Le Regioni devono continuare a credere nel ruolo essenziale di questa figura professionale perché un Direttore di Soc capace di ridurre i costi evitabili può essere il migliore alleato della Direzione di un'azienda e della stessa Regione".
Nel corso degli anni abbiamo assistito alla moltiplicazione di reparti, frammentazioni di competenze non sempre giustificate, prosegue la Cimopo, ma "esistono delle discipline, come la Cardiologia e l'Oncologiache per ragioni epidemiologiche (coprono da sole 2/3 delle cause di morte), vanno valutate secondo il principio di realtà.
"L'oncologia italiana- conclude Fasola- ha fatto passi da gigante negli ultimi due decenni, e una riflessione sul significato della funzione del primario può essere utile al sistema. Un elefante può fare grossi disastri, ma se c'è un piccolo omino sopra a guidarlo può fare anche cose molto utili".
(Cds/ Dire)