Roma, 24 feb. - Lo Stato italiano dovrà remunerare trecento medici con 10 milioni. Lo ha deciso il tribunale di Roma accogliendo il ricorso civile dei professionisti che hanno chiesto il riconoscimento della retribuzione loro spettante, ma mai corrisposta, per i quattro anni della specializzazione, trascorsi nelle corsie degli ospedali universitari. Non è la prima sentenza in questa direzione dopo il pronunciamento della Corte europea a metà degli anni Duemila.
La 'class action' giudiziaria, patrocinata dal Codacons, associazione dei consumatori, è un'altra tegola per lo Stato. A rendere nota la decisione dei giudizi è stata proprio l'organizzazione 'a difesa': "Con sentenza numero 25190 dell'anno scorso, la seconda sezione civile del tribunale di Roma, ha ora riconosciuto a circa 300 medici (tutti ammessi alle scuole di specializzazione prima dell'anno accademico 1991/1992) un indennizzo medio di quasi 40mila euro". L'importo è comprensivo degli interessi.
La sentenza riconosce l'equivalente di 13 milioni di lire (6mila 714 euro) per ciascun anno del corso di specializzazione frequentato a suo tempo da ognuno dei 300 medici. "Per il Codacons", gongolano dirigenti e legali dell'associazione, "si tratta del quarto successo giudiziario in tre anni a favore dei medici in possesso di specializzazione e ai quali lo Stato, in barba alle norme europee, non ha mai corrisposto le remunerazioni loro spettanti". "Per i medici specialisti italiani", sottolineano gli avvocati del Codacons, "è ancora possibile partecipare alle azioni legali". Anche se ci sono rischi che si potrebbero parare loro davanti. Il primo: se gli interessati avessero svolto un'attività professionale remunerata negli anni della specializzazione, potrebbero aver perso il diritto alla remunerazione essendo questa legata a un patto di esclusiva. E, per quanti si ricordassero solo ora di adire le vie legali per veder riconosciuto il diritto allo stipendio, potrebbe scattare la mannaia della prescrizione. Ma quasi tutti i medici all'epoca iscritti a una scuola di specializzazione, hanno già presentato ricorso e non solo con il Codacons.
Il lavoro degli specializzandi, insieme con quello dei precari, ha garantito e garantisce ancora di più oggi, il funzionamento di molti reparti ospedalierouniversitari. In altre parole, senza di loro si produrrebbe un collasso dell'assistenza in presenza dell'annoso blocco del turnover che ha causato un calo di migliaia di unità negli organici dei medici, con la conseguente contrazione del numero delle prestazioni assistenziali eseguite.
(Cds/ Dire)