Roma, 19 feb. - Tre miliardi di euro investiti in derivati. La perdita calcolata, soltanto su otto dei tanti prodotti finanziari sottoscritti dall'Ente nazionale di previdenza dei medici e dentisti, è di 250 milioni di euro. Operazioni ad altissimo rischio, contro le direttive dello statuto Enpam che prevedeva criteri di prudenza per garantire le prestazioni previdenziali ai medici.
Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Corrado Fasanelli hanno chiuso il primo filone dell'indagine relativa alle spregiudicate operazioni finanziarie promosse e sottoscritte dall'ex presidente dell'ordine ed ex parlamentare di Forza Italia, Eolo Parodi, dal consulente per l'attività di gestione dei fondi e direttore generale, Leonardo Zongoli, dal docente universitario componente del cda esperto in materia di investimenti mobiliari, Maurizio Dallocchio, e dal responsabile del servizio gestione finanziaria dell'ente, Roberto Roseti. Otto episodi di truffa aggravata, ma anche ostacolo all'attività di vigilanza, perché nei bilanci e nelle comunicazioni ai ministeri dell'Economia, del Lavoro e della Salute gli indagati confermavano l'adozione di criteri "prudenziali di individuazione e ripartizione del rischio nella scelta degli investimenti già definiti". Ora rischiano di finire sotto processo.
Le indagini. I militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dal generale Giuseppe Bottillo, hanno concluso gli accertamenti relativi alla gestione del patrimonio mobiliare dell'ente a partire dal 2006. Soltanto otto degli investimenti in derivati sono stati presi in esame. Milioni di euro finiti in obbligazioni strutturate, come la 'Oak Harbour', emessa dalla Saphir Finance plc e proposta da Lehman Brothers. Un'operazione da 20 milioni di euro. E tutte le volte, gli indagati avrebbero indotto in errore il cda dell'ente e violato la delibera del 2004 che stabiliva criteri di prudenza. Alcuni prodotti finanziari ad alto rischio, dopo le perdite, sono anche stati ristrutturati con un ulteriore impiego di capitali e un'esposizione ancora maggiore al rischio. Dei quasi tre miliardi di euro del patrimonio mobiliare il 77 per cento è finito in prodotti strutturati. Parodi, come presidente, ha sottoscritto i contratti "consapevole- si legge nel capo di imputazione- dell'esistenza di un rischio di mancato rimborso del capitale e del rendimento previsto". Per la procura gli indagati avrebbero assicurato "ai componenti del comitato investimenti prima e al cda poi" che le obbligazioni strutturate garantivano il rimborso del capitale alla scadenza e assicuravano un rendimento cedolare sicuro e redditizio. A ottenere un "ingiusto profitto" dalle scelte degli indagati la Lehman Brothers, la Deutsche Bank, la banca Jp Morgan e la Barclays bank London. Vanno invece avanti le indagini sugli investimenti nel settore immobiliare. Un altro filone di inchiesta, che aveva portato all'iscrizione sul registro degli indagati di Parodi e dei consulenti finanziari.
Le pensioni. Una rassicurazione agli iscritti arriva invece dall'Enpam. La Fondazione, si legge in una nota, risulta parte offesa nel procedimento. E il presidente Alberto Oliveti precisa: "Le pensioni degli iscritti oggi sono comunque al sicuro, nel 2011 siamo intervenuti sulla governance del patrimonio, mettendolo in sicurezza, e nel 2012 abbiamo dimostrato la sostenibilità del nostro sistema previdenziale a oltre mezzo secolo".
(Cds/ Dire)