Roma, 3 feb. - L'inchiesta. Fatturavano prestazioni sanitarie mai effettuate, ospitavano pazienti nei reparti di riabilitazione e lungodegenza pur non avendo le autorizzazioni e, proprio in quei reparti riservati a patologie gravi, accoglievano le persone affette da obesità e polifagia. Così, per la procura, gli amministratori della clinica Villa Delle Querce, che gestiscono anche un'altra struttura, Villa Gaia, avrebbero ottenuto dal Servizio sanitario nazionale, rimborsi per fatture che superano i due milioni di euro. Per questi fatti i gestori e gli amministratori delle cliniche sono finiti sotto processo per truffa.
L'accusa. I fatti contestati dalla procura romana ai gestori delle cliniche sarebbero iniziati nel 2006 e si sarebbero protratti fino al 2008. In quel periodo, all'interno della casa di cura Villa Delle Querce, a Nemi, venivano ricoverati diversi pazienti affetti da obesità o da polifagia, un disturbo alimentare che provoca un'eccessiva fame. Il ricovero all'interno della clinica si basava su precise richieste dei medici di base ma, secondo gli inquirenti, le richieste sarebbero state firmate su sollecitazione della stessa casa di cura, che avrebbe indirizzato i pazienti negli studi di alcuni per ottenere i certificati necessari al ricovero. Così il Servizio sanitario nazionale rimborsava la clinica per prestazioni previste solo in casi clinici ben più gravi di quelli reali. Secondo l'accusa, inoltre, la stessa clinica avrebbe emesso fatture per servizi mai erogati. Infatti il numero totale del personale della clinica e le ore lavorative non avrebbero permesso di realizzare tutte le terapie specifiche indicate nelle fatture.
Le autorizzazioni. L'amministratore dell'Italcliniche e gestore di Villa Gaia, che ha sede a Nettuno, insieme al responsabile amministrativo della stessa struttura, avrebbe esercitato utilizzato la clinica come "residenza sanitaria assistenziale di lungodegenza e riabilitazione" in assenza delle autorizzazioni regionali necessarie. Settanta pazienti sarebbero stati ospitati in violazione di un verbale d'intesa stipulato con la Regione Lazio. L'amministrazione aveva autorizzato la riconversione della clinica in residenza sanitaria assistenziale, dandole la possibilità di creare cento posti letto, ma l'atto riguardava esclusivamente la struttura privata "Casa degli angeli custodi", una clinica adiacente a Villa Gaia. Per poter ospitare i pazienti, i gestori si sarebbero serviti del parere favorevole che accreditava soltanto l'altra casa di cura. Così facendo avrebbero indotto in errore il Servizio Sanitario Nazionale, ottenendo un rimborso di oltre due milioni di euro.
L'altra inchiesta. C'è anche un fascicolo stralcio sulla convezione tra la Regione e Villa Gaia. Riguarda la delibera firmata nel 2004 da Elda Melaragno, all'epoca direttore del Dipartimento sociale della Regione Lazio, e un parere favorevole dell'anno successivo, emessi in contraddizione con una serie di atti amministrativi precedenti. Perché nel piano di riconversione della clinica Casa Degli Angeli custodi, era stata inserita anche villa Gaia. Fatti che avrebbero garantito un "ingiusto vantaggio" all'amministratore.
(Cds/ Dire)