Roma, 30 apr. - Articolo tratto da "Il Messaggero"."Basta appellarsi sempre al posto letto, la sanità è molto altro". Parola di Isabella Mastrobuono, manager della Asl di Frosinone, che ieri per la prima volta dal suo insediamento ha incontrato i sindaci in conferenza. Una platea semivuota a dire il vero, considerando che, forse per la campagna elettorale in corso, molti hanno dato buca all'invito di Nicola Ottaviani, presidente dell'assise.
Un'occasione per fare il punto sui tanti punti critici della sanità in provincia di Frosinone: da una parte i sindaci hanno posto quesiti a loro cari al nuovo diggì, dall'altra lei ha illustrato le principali linee guida che sta seguendo in questi primi mesi al vertice dell'Asl. Che poi sono quelle che Zingaretti ha già messo nero su bianco qualche settimana fa nei programmi operativi presentati al ministero della Salute. Su quelli verranno compilate le linee guida (attese per fine maggio) per la definizione degli atti aziendali (attesi per luglio).
Quindi per Frosinone posti letto sostanzialmente mantenuti ma niente Dea di II livello né elisuperficie per l'ospedale del capoluogo, niente lavorazione del sangue per il centro trasfusionale. Insomma, sostanzialmente una fotografia della situazione esistente. E il personale, altro tasto dolente? Zingaretti ha annunciato che le deroghe che potranno essere concesse saliranno dal 10 al 15%. "Ma non aspettatevi chissà quali novità- ha detto la Mastrobuono-. Il 15% si applica sul numero di coloro che ogni anno escono dal sistema sanitario regionale per pensionamenti o trasferimenti. A Frosinone potranno essere concesse al massimo 8 deroghe. La priorità ce l'hanno Pediatria e Ortopedia". E allora come si fa? "La soluzione è una migliore organizzazione dei servizi. Che non significa taglio, ma modelli organizzativi di migliore efficienza. La soluzione è: più sanità territoriale e meno ospedaliera. Non appellatevi ai posti letto, bisogna fare in modo che ne servano il meno possibile e che siano dedicati solo agli interventi seri. Alleggerire insomma il ricorso all'ospedale. Le case della salute vanno in questo senso. A Pontecorvo, grazie al Comune, siamo riusciti a far lavorare insieme i servizi sociali della Asl e del Comune. Altre ne apriranno a Ceccano-Ceprano, Atina e Ferentino".
Proprio in quella di Ceccano il sindaco Manuela Maliziola ha chiesto alla Mastrobuono, che si è presa l'impegno in merito, di attivare un centro epidemiologico che studi l'incidenza e le cause di insorgenza dei tumori.
(Cds/ Dire)