Roma, 17 apr. - Ora è ufficiale. Lo scambio di embrioni all'ospedale Pertini è avvenuto per due delle cinque coppie coinvolte nel caso. A dirlo è la relazione della commissione interistituzionale presieduta dal genetista e rettore dell'università di Tor Vergata Giuseppe Novelli.
L'esame del Dna, effettuato presso il policlinico dell'ateneo in collaborazione con Paola Grammatico della Sapienza-San Camillo, che avrebbe dovuto ricostruire i profili genetici degli embrioni e risalire dunque ai genitori biologici, ha dato esito positivo, confermando l'incompatibilità genetica riscontrata presso il Centro Sant'Anna della Asl RmA. In due casi su cinque. Dunque una donna porta in grembo due gemelli non suoi, figli biologici della seconda coppia, in cui invece gli embrioni, anche questi scambiati, non avrebbero attecchito ma non è quella che ha sporto denuncia.
E l'ipotesi che la vicenda sia nata da un caso di semi-omonimia tra i cognomi di due donne, che hanno in comune l'iniziale e cinque lettere su sette, è praticamente diventata una certezza.
Le altre tre coppie che hanno effettuato il pick up (il prelievo degli ovociti) la mattina del 4 dicembre e l'impianto di embrioni due giorni dopo, il 6 dicembre, non sono invece interessate dallo scambio di provette. Per due di loro la gravidanza procede, mentre in un caso l'intervento non è riuscito.
La vicenda resta quindi circoscritta a due coppie. I risultati dei test del Dna sono stati già comunicati alle famiglie coinvolte, mentre la relazione integrale della commissione regionale sarà resa nota nelle prossime ore.
"Alle due coppie coinvolte- commenta il direttore generale della Asl RmB, Vitaliano De Salazar- va tutta la nostra sincera solidarietà, garantendo loro tutta l'eventuale assistenza professionale".
Sul caso la procura di Roma ha aperto un'inchiesta, al momento contro ignoti, dopo l'esposto presentato attraverso l'avvocato Pietro Nicotera di una donna che si è sottoposta al trasfert con esito però negativo. Non è però lei la mamma biologica dei gemelli. E anche il Codacons ha depositato un esposto in cui si chiede di verificare "se siano ravvisabili nei confronti della Regione e della Asl competente diverse fattispecie penalmente rilevanti come l'omissione di atti d'ufficio e la violazione della legge 40".
Intanto, la direzione dell'Azienda Asl Roma B, per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, "e di concerto con la Commissione interistituzionale" chiamata a far luce sulla vicenda, "ha provveduto alla nomina di un nuovo responsabile della struttura della Procreazione medicalmente assistita, Emilio Pittarelli, già nell'équipe di Ostetricia e ginecologia, rafforzato le procedure e confermato il fermo degli arruolamenti - spiega De Salazar - riservandosi l'adozione di tutti gli ulteriori provvedimenti ritenuti necessari anche alla luce dell'indagine ministeriale".
Anche per il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti "il primo pensiero è ovviamente di vicinanza assoluta alle famiglie per quanto avvenuto, per l'incredibile trauma che stanno subendo. Voglio assicurare la massima vicinanza, partecipazione e attenzione di questa istituzione anche per la fase complessa che si apre, così come abbiamo fatto quando siamo venuti a conoscenza dell'ipotesi dell'errore".
"Secondo punto- ha aggiunto- voglio ringraziare davvero il professor Giuseppe Novelli e tutta la commissione che è stata immediatamente insediata, per aver svolto il compito che gli era stato assegnato, con grande serietà, autorevolezza, professionalità e rapidità. Il loro è stato un contributo molto importante, che ci ha permesso di fare luce su un fatto inquietante come quello che è avvenuto. Voglio ricordare che questo della fecondazione è un altro dei settori incredibilmente arretrati che abbiamo ereditato e che hanno segnato e segnano il mondo della sanità del Lazio". Dunque, "vicinanza assoluta alle famiglie, colpite nella sfera degli affetti e dei sentimenti, ringraziamento alla commissione e, permettetemi di dire, denuncia dell'incredibile leggerezza con cui si è affrontato questo tema e impegno a compiere un altro salto qualità con il commissario ad acta. Intanto- ha concluso Zingaretti- nei centri che svolgono questa funzione, immediato aumento dei protocolli e delle procedure per aumentare gli standard di sicurezza".
(Cds/ Dire)