Roma, 10 apr. - Articolo tratto da "La Repubblica". L'azienda regionale per i soccorsi, l'Ares 118, ha acquistato venti auto mediche (12 berline e 8 mini-suv), con strumenti salvavita a bordo, per fronteggiare le emergenze di malati gravi (codici gialli) o in pericolo di morte (rossi). E le ha pagate quasi un milione; precisamente 906mila euro.
Come se non bastasse, per quelle vetture nuove di fabbrica e con garanzia biennale, ha stipulato un contratto di manutenzione che, per soli cinque anni, farà sborsare alla Regione (ai contribuenti del Lazio) altri 700 mila euro, 697mila per essere pignoli. In totale un milione 603mila euro.
Si faccia o no la manutenzione per le vetture nuove, il contratto va rispettato mese per mese.
L'esborso è certo. La contropartita, con i cosiddetti servizi aggiuntivi, chissà. Anche perché quel contratto non brilla certo per trasparenza. Tant'è, se per l'acquisto di ciascuna berlina attrezzata sono stati spesi 55mila euro, per la sua manutenzione quinquennale se ne sborsano 88mila.
Paradossale, per usare un eufemismo, è anche l'operazione suv: il costo dell'assistenza tecnica per cinque anni, 257mila euro, supera di 11mila euro quello di acquisto, 246mila. In altri termini, ciascuno degli otto mini-suv, pagato 30mila euro, richiede per la manutenzione 32mila euro. Perché spendere così tanto per una vettura nuova? Perché sborsare più del prezzo di acquisto per una foratura di gomma o guasti analoghi? La domanda se la saranno fatta anche i magistrati che hanno spedito i carabinieri nella sede dell'Ares a sequestrare delibere e contratti.
All'azienda del 118, da qualche settimana, sono arrivati altri managers. La nuova dg, Maria Paola Corradi, sta studiando le carte in cerca di una via di fudell'ex da quei contratti d'oro (per i manutentori). "Ho incaricato i legali di verificare gli atti firmati per la manutenzione- spiega- siamo di fronte a un impegno finanziario notevole: se riuscissimo a recuperare quelle risorse potremmo investirle per acquistare altre ambulanze, rimpiazzando quelle più vecchie".
"Si tratta di leggerezze e sprechi gravi", commentano dalla Funzione pubblica Cgil, Sergio Bussone e Gianni Nigro, "resi possibili dall'assenza di controlli della Regione sotto la gestione di Renata Polverini".
(Cds/ Dire)