Roma, 7 apr. - Intervista tratta da "L'Huffington post". "In ragioneria fanno i ragionieri, noi abbiamo bisogno di manager sanitari, non di ragionieri. Né tanto meno di tagli con l'accetta". Beatrice Lorenzin, in un colloquio con l'Huffington Post, manda un messaggio a chi, a pochi giorni dall'approvazione del Documento di economia e finanza, ha tra le mani i dossier della spending review. Spending review che servirà ad attuare buona parte del programma di Matteo Renzi e dunque anche a consentire il versamento degli 80 euro al mese nelle buste paghe di chi ha uno stipendio inferiore ai 1500 euro. Per far questo c'è bisogno, intanto, di 6,6 miliardi. Oltre due miliardi, quasi 2,5, per l'esattezza, potrebbero arrivare da un maxi taglio alla sanità, secondo alcune anticipazioni apparse oggi sul Sole 24 Ore.
Il ministro della Salute scende dal palco di una Convention all'Eur con i sostenitori suoi e del Nuovo centrodestra e mostra determinazione in difesa del sistema sanitario contro chi potrebbe avere al vaglio questi tagli così consistenti. "Spero che quelle che sto leggendo sui giornali- avverte- siano indiscrezioni tipiche delle fasi in cui si cerca di reperire fondi".
"Non voglio fare polemiche- puntualizza il ministro- ma per competere sul piano nazionale, investire sulla ricerca e garantire ai cittadini dignitosi e assistenza ospedaliera abbiamo bisogno di miliardi di euro di investimenti. Nessuno immagina che si possano chiedere allo Stato questi miliardi ma ce la possiamo fare attraverso il patto della salute chiesto alle regioni, diverso da quello del passato".
Per Lorenzin non servono scelte affrettate ma "serve un processo di riorganizzazione che può durare da uno a tre anni. Stimo un recupero attorno ai 10 mld ma voglio vedere le regioni che cosa dicono. Questi fondi vanno reinvestiti in sanità e anche lì bisogna dire dove vengono allocate le risorse. In questo modo possiamo far fronte alle necessità dei cittadini altrimenti la vedo difficile".
La sanità non si tocca, in sostanza. Anche Stefano Fassina (Pd), viceministro dell'Economia, chiede al governo di smentire "al più presto quanto riportato da Il Sole 24ore in merito a ulteriori tagli alla sanità, per 4 miliardi all'anno, per 'coprire' la riduzione dell'Irpef. Così- dice Fassina- sarebbe una beffa e un danno. Sarebbe quasi una partita di giro per quanti beneficiano della minore Irpef: più soldi in busta paga, più spese per i servizi sanitari e le medicine".
Che la sanità debba essere riorganizzata ne è convinta anche il ministro Lorenzin. "Ci sono- spiega- ancora margini di ruberie, tangenti, mal governo ma la mala gestione e l'incapacità, che sono negative, vanno risolte con degli strumenti che oggi noi abbiamo. Fare i tagli lineari non significa eliminare questi sprechi, significa solo andare a incidere su ciò che serve ai cittadini e cioè i farmaci, assistenza in ospedale, i pronto soccorso, la possibilità di avere accesso alle diagnosi. Facendo prevenzione si va a incidere sui margini di spreco".
"Se noi diamo tutto quello che riusciamo a risparmiare alla spending lo Stato poi ridarà alla sanità i soldi che ha bisogno per fare gli investimenti?", si chiede Lorenzin. "No. Quindi è una scelta politica di fondo. Io credo- prosegue- che ognuno debba fare il suo lavoro con grande responsabilità, possiamo immaginare dei meccanismi in cui le regioni con un piano di rientro possano mano a mano ridurre le tasse". A chi annuncia invece chiusure di ospedali e Asl, il ministro della Salute replica: "I risparmi non si fanno con l'accetta ma richiedono ingegneria sanitaria e fiscale".
(Cds/ Dire)