(DIRE) Roma, 2 apr. - "Se verrà dato seguito al provvedimento di sospensione dell'attività del reparto di medicina nucleare dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, così come previsto dal provvedimento del 28 marzo, che prevede la chiusura del servizio a partire da venerdì, allora la Regione dovrà rispondere in prima persona dei disagi agli utenti. Disagi importanti contando che verranno creati a pazienti che stanno lottando per curare la propria patologia". È quanto viene riportato in una nota della segreteria provinciale di Fials.
"Inoltre andando ad analizzare le prenotazioni delle prestazioni- prosegue- si rimane assai basiti di fronte alla mole di appuntamenti già programmati che tale Unità operativa complessa (Uoc) di medicina nucleare deve sopperire. Si tratta di esami diagnostici fondamentali come la scintigrafia per le varie tipologie di patologia (tiroidea, renale, cerebrali, mammaria, oncologica), oltre che terapia oncologica in regime ricovero protetto e ambulatoriale, altre visite medico-nucleari a scadenza fissa per programma terapeutico già individuato, Moc, (mineralometria ossea) con un numero di 1.028 esami già programmati dal Cup regionale. Ma non finisce qui. La programmazione complessiva prevede appuntamenti da erogare fino al 10 dicembre prossimo e che riguardano pazienti che eseguono la terapia radio metabolica in ricovero protetto e che ci risulta siano stati dirottati presso l'unica struttura che ha risposto affermativamente e precisamente presso la Asl di Latina".
"E' forse una provocazione? O peggio- continua ancora la nota Fials- dobbiamo pensare a una manifestazione lampante di bieco menefreghismo da parte di direttori, dirigenti e funzionari regionali? Chiediamo perentoriamente alla Regione Lazio di intervenire per bloccare la chiusura dell'Unità di medicina nucleare contando pure che questo atto avra' ripercussioni sulle attività assistenziali di altri servizi sanitari che afferiscono alla struttura ospedaliera. Stiamo parlando della nefrologia, ematologia, chirurgica generale, chirurgia oncologica, cardiologia, urologia, ortopedia, medicina diabetologia. A questo proposito e facendo riferimento alle motivazioni addotte per giustificare la chiusura ossia le necessarie autorizzazioni di legge chiediamo alla Asl se anche altri servizi sanitari presenti nel presidio ospedaliero Sant'Eugenio siano da considerare a rischio di futura sospensione delle attività assistenziali per le stesse carenze. Infine vorremmo capire anche come verra' dislocato temporaneamente il personale della Uoc nei vari servizi di medicina, radiodiagnostica e patologia clinica, tenendo presente che ci sono professionalità considerevoli e che di costoro si dovra' rispettare anzianità di servizio specifico e problematiche relative ai carichi di lavoro".
(Com/Rel/ Dire)