Roma, 27 nov. - Crescono le persone sovrappeso, obese o con diabete in tutto il mondo. In Italia, secondo le piu' recenti stime ISTAT, e' sovrappeso oltre 1 persona su 3 (36%, con preponderanza maschile: 45,5% rispetto al 26,8% nelle donne), obesa 1 su 10 (10%), diabetica piu' di 1 su 20 (5,5%). Secondo i dati degli Annali 2012 dell'Associazione Medici Diabetologi (AMD), oltre il 66,4% delle persone con diabete di tipo 2 e' anche molto sovrappeso o obeso, mentre lo e' 'solo' un quarto delle persone con diabete tipo 1, il 24%. In pratica, sono sovrappeso quasi 22 milioni di Italiani, obesi 6 milioni, con diabete quasi 3,5 milioni: 'veri diabesi', ossia contemporaneamente obesi e con diabete, circa 2 milioni.
"Questi numeri ci fanno capire come diabete e obesita' si sostengano a vicenda. L'obesita' e' considerata l'anticamera del diabete e la combinazione tra le due malattie rappresenta una vera e propria epidemia dei nostri tempi, per la quale l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha persino coniato il termine diabesita'", dice Paolo Sbraccia, presidente eletto Societa' italiana dell'obesita' (Sio).
L'associazione diabete-obesita' deve preoccupare principalmente perche' di diabesita' si muore. Spiega Sbraccia: "Il rischio di morte raddoppia ogni 5 punti di crescita dell'indice di massa corporea, il BMI: un diabetico sovrappeso raddoppia il proprio rischio di morire entro 10 anni rispetto a un diabetico di peso normale; per un diabetico obeso il rischio quadruplica". La diabesita' quindi costituisce una pesante minaccia per la salute, per questo e' necessario attuare politiche efficaci nel prevenirla. È noto come esercizio fisico e attivita' motoria possano rappresentare strumenti piu' che adeguati a questo scopo.
"La conferma definitiva arriva probabilmente da uno studio pubblicato sul British Medical Journal del 1 ottobre 2013, condotto da Huseyin Naci, ricercatore alla London School of Economics and Political Science e alla Harvard University, e da John P. A. Ioannidis, professore alla Stanford School of Medicine", prosegue Sbraccia.
"I risultati sono importanti a tal punto che allo studio e' stato dedicato un editoriale anche dalla rivista Jama di novembre. Si tratta di una meta-analisi che ha riguardato oltre 300 mila persone; dimostra che l'esercizio fisico e' efficace, in termini di riduzione della mortalita' cardiovascolare o legata al diabete, quanto il trattamento farmacologico", aggiunge Sbraccia.
"In una situazione di rischio, spesso la tendenza e' quella di intervenire subito con i farmaci, sottovalutando o addirittura ignorando i benefici per la salute dell'esercizio fisico e l'efficacia del corretto stile di vita nella prevenzione delle malattie", interviene Pierpaolo De Feo, Presidente Italian Wellness Alliance. Per questo motivo Italian Wellness Alliance e Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, in collaborazione con Societa' Italiana dell'Obesita' (SIO), con gli auspici di Coni e Federazione Italiana Hockey hanno organizzato la 1st Diabesity Prevention Conference, la prima conferenza dedicata alla promozione dell'attivita' motoria e dell'esercizio fisico per prevenire e curare l'obesita' e il diabete di tipo 2, tenuta oggi a Roma. Dalla discussione di esperti di varie discipline, tra cui medici, esperti di politica ed economia sanitaria, sociologi, architetti, psicologi, esponenti delle istituzioni, rappresentanti del mondo dello sport, e' scaturito un documento di raccomandazioni per promuovere efficacemente l'attivita' fisica.
"Il documento- prosegue De Feo- suggerisce strategie di tipo sanitario, sociale ed economico per la promozione dell'esercizio fisico in diversi ambiti: a scuola, nelle famiglie e tra i giovani, al fine di educare fin dall'inizio a un corretto stile di vita che includa l'attivita' motoria come pratica quotidiana. Anche nel contesto urbano e nei luoghi di lavoro e' fondamentale incentivare e creare le condizioni che favoriscono un maggior movimento. In ambiente sanitario, inoltre, e' importante che l'attivita' fisica sia considerata uno strumento di cura e utilizzata per integrare dieta e terapia farmacologica. Infine il documento suggerisce strategie politiche ed economiche per la promozione dell'attivita' motoria nel tempo libero, nel contesto sportivo e per promuovere il turismo salutare" conclude l'esperto.
Per consultare il documento: http://www.hcc-milano.com/stampa/DIABESITY_DOCUMENTO/Documento_esp erti_DiabesityConference.pdf (Wel/ Dire)