Roma, 19 nov. - "lI reparto di rianimazione dell'ospedale S. Eugenio di Roma e' un produttore seriale di infezioni. Per arginare il fenomeno il reparto e' stato chiuso per 15 giorni a settembre (dal 16 al 30) e per altri 15 a cavallo tra ottobre e novembre. Lo scorso 24 ottobre una verifica interna ha rivelato che su 9 pazienti ricoverati, ben 8 erano risultati positivi: dati da vera epidemia, che ha portato alla creazione di una stanza di isolamento per accogliere alcuni dei pazienti presenti, a bloccare nuove accettazioni sia di malati interni che esterni e a procedere ad un processo di sanificazione radicale che ha richiesto 4 giorni di lavoro". Lo dichiara Riccardo Agostini, consigliere pd alla Regione Lazio.
"Il germe sotto accusa- spiega Agostini- e' il klebsiella tra i piu resistenti agli antibiotici e facilmente trasmissibile, soprattutto se le condizioni di isolamento della struttura non sono ottimali. Questa situazione di grave pericolo per i pazienti, nel caso del S. Eugenio, va avanti da anni ma e' andata fuori controllo negli ultimi mesi. Gli interventi di sanificazione si susseguono ma ormai la loro efficacia e' sempre piu breve. Ma in quei locali, ogni giorno, stazionano pazienti in uno stato di grande criticita'".
"Il reparto doveva essere ospitato negli attuali locali, inadatti e privi dei requisiti, per pochi mesi, giusto il tempo per ristrutturare la vecchia sede. Da allora sono passati tre anni e la situazione si e' fatta sempre piu critica, fino ad arrivare a registrare quasi una chiusura al mese a causa di un tasso d'infezione fuori controllo. Per tamponare la falla ora e' stato deciso di ridurre i posti da 11 a 9. Su questa vicenda stanno indagando i carabinieri dei Nas, che dovrebbero prendere provvedimenti immediati visto che e' a rischio la vita di molti pazienti. Nel frattempo, pero', non posso non registrare l'assurdo di un direttore generale che in questi anni ha avviato lavori per milioni di euro, ma senza ristrutturare la rianimazione".
"Nei prossimi giorni- conclude- l'uscente Dg si accinge a tagliare altri nastri anche di reparti che funzionano senza accreditamento, e per la passerella di fine mandato ha chiesto la presenza del presidente Nicola Zingaretti e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Spero che l'invito venga rispedito al mittente, perche' alla sanita' del Lazio servono reparti in sicurezza e non sfilate che coprono macerie".
(Cds/ Dire)