Roma, 14 nov. - "Con la scelta dei direttori generali di ospedali e Asl, il Lazio entrera' in una fase all'insegna del merito", prevede il governatore Nicola Zingaretti, "i cittadini e la Regione beneficeranno di questa ondata di pulizia, trasparenza e qualita'".
Intanto, pero', su criteri e metodo di selezione dei dg, si levano critiche dall'opposizione e dalla stessa maggioranza, dai sindacati e dai candidati.
"Ogni innovazione- risponde il governatore ad un giornalista di Repubblica- si accompagna a resistenze e polemiche; ma avverto dai cittadini e dal mondo della sanita' una grande voglia di un cambiamento che faccia perno sul merito. Dalla maggioranza nessuna critica; anzi, voglio ringraziarla: non ha avuto paura dell'innovazione; dallo scioglimento di alcune societa' regionali alla selezione dei dg ha dimostrato compattezza e solidarieta'. All'opposizione dico: voltiamo pagina di fronte all'opportunita' per la politica di un recupero di dignita'".
Presidente lei sta annunciando un percorso di discontinuita' ma tra i dg in fieri si riaffacciano volti noti.
"La sfida e' stata aperta in una campagna elettorale impostata sulla parola d'ordine "Cambiamo tutto": non ci saranno facce vecchie. Da candidato sono stato chiaro: "Per i dg guardero' a merito e qualita'"; ora, da presidente, non cambio opinione. Scegliero' dalla lista dei 50 anche se potrei farlo su un elenco di idonei piu' ampio".
Tra i 199 selezionati, solo 89 sono laziali, il resto, 110, quale conoscenza della regione puo' vantare? "Considero una sfida positiva la chiamata a raccolta dei migliori d'Italia: nella condizione in cui versa la sanita' regionale, la competizione aiutera' la qualita' a crescere".
Molti considerano colloqui, test e quiz come sostitutivi dei titoli, quindi, illegittimi.
"Colloqui e altre prove- conclude Zingaretti- integrano i titoli che i saggi hanno valutato attentamente".
(Cds/ Dire)