Roma, 17 dic. - Dopo ripetuti annunci, qualche smentita e quattro rinvii, la seduta di questa mattina sarà quella buona. Il Consiglio dei ministri, con una delibera, poserà la spada dell'investitura sulla spalla di Botti, già direttore generale della Sanità lombarda, prima, e della fondazione San Raffaele del prete manager don Luigi Verzè, poi. Con la sua nomina si torna alle origini: via il tandem, largo alla monoposto, un unico subcommissario di governo per la sanità del Lazio.
L'anticipazione della nomina di Botti aveva suscitato polemiche e critiche per la sua contiguità professionale con Pierangelo Daccò, il faccendiere condannato dalla corte d'appello di Milano a nove anni con l'accusa di associazione per delinquere e bancarotta. "È un bravo manager", aveva dichiarato un mese fa la ministra Lorenzin invitata dall'ex direttore della Asl RmC, Antonio Paone, a tagliare il nastro del nuovo Servizio di Psichiatria del Sant'Eugenio. "Avrà trovato nella sua traiettoria professionale problemi e insidie- aveva argomentato- ma ne è sempre uscito indenne".
(Cds/ Dire)