Roma, 16 dic. - Il caso. Le partorienti sono sulle barelle nei corridoi. Nella sala sono una vicina all'altra, perché lo spazio è poco. E la porta di legno del bagno è rotta da un anno, non è mai stata riparata: al suo posto cÆè una tenda di plastica e sopra cÆè disegnata una maniglia, tanto per salvare almeno il buon umore. Solo che quella è la toilette che devono usare le partorienti. Benvenuti alla sala parto del padiglione di ginecologia e ostetricia del Policlinico Umberto I.
L'ispezione. La settimana scorsa un consigliere regionale del Pd, Riccardo Agostini, ha svolto unÆispezione e ciò che ha visto lo ha molto preoccupato: "Ho visitato il dipartimento di clinica ostetrica e ginecologica dellÆUmberto I e ho potuto riscontrare il grave degrado della sala parto-sala operatoria, riscontrando una grave inadeguatezza delle strutture e una esiguità degli spazi, che a sua volta genera una serie di problemi che potrebbero portare gravi conseguenze sulle pazienti".
Gli spazi originari della sala parto dellÆUmberto I furono chiusi nel 1999, a causa di alcuni casi di infezione. LÆarea assegnata doveva essere provvisoria, ma da allora nulla è cambiato. Così solo lÆimpegno del personale sopperisce a una situazione di grave difficoltà: basti pensare che il reparto potrebbe ospitare mille parti allÆanno, in realtà ce ne sono 1.800. Così le partorienti restano anche sulle barelle nei corridoi. Spiega un dipendente: "Normalmente una partoriente dovrebbe arrivare in travaglio, partorire, andare in degenza nel reparto con il neonato. Tutto questo non è possibile".
Agostini aggiunge: "Teniamo conto che stiamo parlando di un centro di III livello, considerato uno dei più importanti dÆItalia, dove si fa ricerca e si assicurano elevate prestazioni ai pazienti. Nonostante gli abbondanti spazi a disposizione del dipartimento, quelli dedicati a sala parto e sale operatorie sono insufficienti per lÆaffluenza giornaliera di pazienti (da un minimo di 15 ad un massimo di 30), che sono sistemate precariamente sulle barelle e dividono solo due sevizi igienici".
Secondo quanto racconta il personale le pazienti restano lunghi periodi in sala parto a causa della mancanza di posti. "Questo- dice Agostini- genera una grande confusione dovuta alla permanenza, nello stesso locale, di pazienti in travaglio, altre sottoposte a esami clinici e altre ancora assistite in puerperio". Viene a mancare la privacy, ci sono percorsi dei materiali confusi, con "grave rischio di infezioni. Inoltre risultano insufficienti e obsolete le attrezzature necessaria al lavoro dei medici".
I lavori. Dal canto suo, il direttore generale del Policlinico Umberto I, Domenico Alessio, conferma lÆesistenza del problema, allÆindomani del nuovo protocollo dÆintesa tra lÆUniversità La Sapienza e la Regione: "Insieme ai locali della farmacia, dove di recente cÆè stato un allagamento, quella della sala parto è una delle priorità che ho segnalato alla Regione per fare partire i lavori di ristrutturazione. Il problema è reale, bisogna risolverlo".
(Cds/ Dire)