Roma, 11 dic. - La buona notizia e' che i pagamenti ai fornitori con ritardi superiori ai 30 giorni rispetto alla scadenza si sono praticamente dimezzati negli ultimi 4 anni. Ma questa suona come una magra consolazione, perche', in realta', in Italia non risulta esserci nessuna Asl in grado di rispettare i tempi di pagamento.
A fornire questo spaccato in chiaro-scuro ma piu' scuro che chiaro e' l'ultimo studio realizzato da Cribis D&B (societa' del gruppo Crif) che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle Aziende sanitarie locali italiane nel terzo trimestre 2013.
La stessa analisi mette anche in evidenza, come detto, che rispetto al 2009 i pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza sono passati da un clamoroso 87% al 47% attuale. Un bel salto.
Che gia' prendeva corpo nel 2012, quando la percentuale si era ridotta sensibilmente scendendo al 64 per cento. In compenso, i pagamenti delle fatture entro i trenta giorni sono progressivamente aumentati, passando dal 13% del 2009 al 35% del 2012 e toccando il 53% nel terzo trimestre di quest'anno.
Lo studio di Cribis D&B conferma una situazione tutt'altro che rosea per un comparto produttivo d'eccellenza come quello delle imprese farmaceutiche o del biomedicale che si ritrovano ad essere fornitrici del sistema sanitario nazionale, fatto di Asl e ospedali. La direttiva europea che impone di rispettare i 60 giorni per i pagamenti delle fatture si scontra con una realta' si veda il 'Sole 24 Ore' del 23 ottobre ancora ben diversa.
Le sole industrie farmaceutiche vantano crediti per circa 4 miliardi e scontano ritardi che raggiungono anche i 300 giorni di attesa. Ma del gruppo di creditori fanno parte anche le imprese biomedicali, la maggior parte delle quali gia' pesantemente colpite dal terremoto dell'Emilia Romagna di un anno e mezzo fa. Rispetto al passato qualcosa sta accadendo, ma la strada da fare e' ancora molta e le risorse racimolate a fatica dal Tesoro per saldare i debiti della Pa sembrano non bastare mai: l'obiettivo di di smaltire 27,2 miliardi nel corso del 2013 (su un totale accumulato di una novantina).
L'ultimo monitoraggio effettuato dava i pagamenti complessivi intorno alla ventina di miliardi. "Nei pagamenti delle Asl si notano i primi segnali di miglioramento- spiegano gli analisti di Cribis D&B- il che e' una buona notizia per tutta la filiera della sanita'. Ma le Asl sono comunque ancora lontane dalla media italiana, a sua volta distante dai best performer europei. A cio' si aggiunge una forte eterogeneita' dei comportamenti con un nord che sta migliorando significativamente e un sud, invece, che continua a mostrare segni di difficolta'".
Secondo lo studio, le Asl del nordest hanno ridotto i giorni medi di ritardo da 75 a 25 tra il 2012 e il terzo trimestre 2013. Quelle del nordovest sono scese da 77 giorni a 33. Ma al centro si e' saliti da 45 a 48 e al sud, pur migliorando la situazione, i giorni medi di ritardo sono passati da 120 a 97; mentre nelle isole sono saliti da 46 a 56.
(Cds/ Dire)