Roma, 4 dic. - Morire a 35 anni per una broncopolmonite non diagnosticata: "I polmoni stanno bene ma comunque deve smettere di fumare", questo avrebbe detto il medico di base alla donna, secondo quanto riportato in denuncia dal marito, tre giorni prima del decesso, il due novembre 2010. E poi le successive chiamate sempre allo stesso medico fino al 4 novembre per chiedere una visita a domicilio della donna che non sono mai state effettuate.
Infine la morte della paziente affetta da una broncopolmonite bilaterale a focolai all'ospedale San Camillo il 5 novembre. Una superficialita' da parte del camice bianco che per la procura di Tivoli e' costata la vita alla giovane donna romana e il rinvio a giudizio per omicidio colposo del dottore di base della 35enne. A ricostruire quei giorni terribili nella denuncia il marito, rappresentato dall'avvocato, Antonio Buttazzo: "Alle 13,30 il medico curante di mia moglie la visitava alla presenza dei miei due figli.
Prescrivendole l'assunzione di alcune pastiglie. Inoltre le scrutava la schiena con lo stetoscopio riferendole che i polmoni stavano bene ma che doveva comunque smettere di fumare". Una diagnosi errata per la procura a cui segui' anche una scarsa sensibilita' da parte del medico che il quattro novembre su sollecitazione della madre della ragazza chiamava il medico: "Il dottore- si legge in denuncia- diceva telefonicamente di assumere fermenti lattici".
Fermenti lattici che il marito della donna si precipito' ad acquistare, salvo poi rientrare a casa e scoprire la moglie "sdraiata sul divano quasi moribonda". Una condizione grave che spinse l'uomo a chiamare direttamente il 118. La corsa folle all'ospedale San Giovanni di Tivoli dove i medici riferirono al marito sotto choc che la moglie aveva un "polmone che non ventilava". Poi il primo responso del medico poche ore dopo attraverso una Tac: "Sua moglie - racconta il marito in denuncia - ha una forma grave di polmonite e rischia la vita".
A causa della malattia la donna venne trasportata alle di notte del 5 novembre 2010 all'ospedale San Camillo. La donna venne spedita subito in rianimazione dove poco dopo fu colpita da due attacchi cardiaci. Ma non era tutto. Infatti i medici scoprirono ben presto che l'infezione al polmone sinistro si era estesa anche al destro. Infine altri due attacchi al cuore il pomeriggio del 5 novembre: "Alle 15,46 venivo informato telefonicamente dall'ospedale San Camillo- spiega l'uomo nella denuncia - che mia moglie era deceduta".
Adesso per il decesso della 35enne e' sotto processo il medico di base che la curo', infatti il giudice per l'udienza preliminare ha concesso il rinvio a giudizio cosi' come richiesto dal pm Stefania Stefania e dall'avvocato do parte civile Antonio Buttazzo.
(Cds/ Dire)