La corte per i diritti respinge la richiesta dei genitori
(DIRE - Notiziario settimanale Minori) Roma, 13 gen. - La Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedh) ha respinto la richiesta avanzata da due genitori di religione islamica i quali chiedevono, in nome del loro credo, il diritto per le loro figlie a poter essere esentate dai corsi scolastici di nuoto misto. La Corte ha valutato che, se da un lato le istituzioni pubbliche compiono "un'ingerenza nella liberta' di religione", obbligando le bambine a nuotare insieme ai propri compagni, d'altro canto tale ingerenza trova giustificazione "nel rispetto degli interessi delle minori a ottenere una formazione scolastica completa", e favorendo al contempo "l'integrazione", secondo "gli usi e i costumi locali". Questi obiettivi secondo la Corte rappresentano delle priorita' rispetto al parere dei genitori.
La richiesta, come spiegano fonti di stampa internazionali, e' stata avanzata da una coppia residente in Svizzera di origine turca, la quale trova sconveniente che le due figlie - di 7 e 9 anni - siano costrette dalla scuola a frequentare l'ora di nuoto misto. Questo, stando ai legali della famiglia, contraddice i dettami dell'islam. La legge prevede l'esonero per motivazini religiose, ma solo a partire dalla puberta'. Per questo le autorita' svizzere hanno multato di 1.300 euro la famiglia per le costanti assenze delle bambine, ammenda che e' stata contestata, ma senza successo. A questo punto i genitori hanno deciso di rivolgersi alla Corte europea.
I magistrati di Strasburgo, tra le motivazioni della sentenza, hanno presentato "una soluzione significativa", proponendo che le due bambine partecipino all'ora di nuoto indossando il burkini, ossia il costume integrale, utilizzato dalle musulmane osservanti.
Ora la famiglia ha tre mesi per presentare un nuovo ricorso, che la Cedh puo' accogliere a propria discrezione.
(Red/ Dire)