Roma, 5 mar. - Tre centri di riabilitazione che hanno preso in carico oltre 2.800 bambini con disabilita', e poi formazione di insegnanti, centri diurni nei villaggi, laboratori e perfino oleifici per la produzione di olio di girasole a sostegno di strutture e progetti: questi i risultati ottenuti in Tanzania da Comunita' solidali nel mondo.
Di quest'impegno riferisce all'agenzia Dire il presidente dell'ong italiana, Michelangelo Chiurchiu', sottolineando che "progetti e attivita' sono tutti ispirati a un approccio rispettoso della mentalita' autoctona", una circostanza "che li ha resi apprezzabili da parte degli interlocutori locali".
Lo spirito del "partenariato" con le istituzioni locali e' stato il segno distintivo dell'esperienza di Comunita' solidali nel mondo.
"In soli 10 anni di presenza in Tanzania - sottolinea Chiurchiu' - l'ong ha prodotto importanti risultati, fra cui: tre centri di riabilitazione che hanno preso in carico oltre 2.800 bambini con disabilita'; formazione di oltre 130 insegnanti per avviare l'inclusione scolastica 156 bambini disabili inseriti nelle scuole di tutti; nove centri diurni in altrettanti villaggi; un laboratorio per ausili a servizio dei disabili di due regioni del Paese; un oleificio per la produzione di olio di girasole quale attivita' produttiva a sostegno dei centri di riabilitazione. Questi progetti e numerose altre attivita' sono tutti ispirati a un approccio rispettoso della mentalita' autoctona, cio' che li ha resi apprezzabili da parte degli interlocutori locali. Dopo l'avvio delle attivita' in due province lontane, la zona rurale di Wanging'ombe e la citta' di Mbeya, ora l'esperienza di cooperazione nella citta' piu' importante della Tanzania, Dar es Salaam".
Chiurchiu' ricostruisce le tappe di un nuovo cammino, evidenziando l'importanza dell'essere in linea con la politica del governo locale e il Disability Act, la legge quadro approvata dal parlamento della Tanzania nel 2010: "Ci era stato chiesto da autorevoli membri del governo e del ministero della Salute in visita al centro di Wanging'ombe un impegno per rispondere ai molteplici bisogni delle persone con disabilita' nella metropoli tanzaniana. Le iniziative per i disabili di Dar es Salaam sono troppo piccole, non danno garanzie di qualita' e sfuggono ad una strategia complessiva. Fin dal primo momento della nostra esperienza in Tanzania, fu chiaro che ogni nostra iniziativa - come ong straniera - avrebbe dovuto essere in linea con la politica del governo locale. Le attivita' del centro di riabilitazione Inuka e l'adozione della strategia della Riabilitazione su base comunitaria sono profondamente coerenti con la legge quadro approvata dal Parlamento tanzaniano. Il centro Inuka si e' caratterizzato, fin da subito, come esperienza pilota che poteva e doveva essere replicata in tutto il Paese. E' ovvio che in un contesto urbano la sostenibilita' di un centro di riabilitazione dovra' percorrere altre strade e dovra' essere tradotta in altre iniziative. Il centro Inuka venne infatti realizzato in una zona rurale, con elementi propri e coerenti con il territorio nel quale era nato. Tra gli elementi originali, la modalita' con cui fu avviata la sostenibilita', puntando, come fonte di reddito, su una azienda agricola e un oleificio. Anche l'esperienza di Mbeya, la terza citta' piu' popolosa della Tanzania, ha offerto elementi preziosi per arricchire il modello di intervento sulla disabilita' che volevamo e vogliamo offrire alle autorita' tanzaniane. Significativa in questo caso e' stata la costante collaborazione con l'Ospedale regionale dove peraltro e' presente un reparto per la riabilitazione con personale specializzato. La collaborazione organica con l'Ospedale e' stata utile per l'opportunita' di attivita' formative che la nostra associazione ha offerto al personale presente nella struttura pubblica e per la fornitura di ausili ortopedici che Comunita' solidali ha garantito a molti pazienti che si rivolgevano all'Ospedale".
Queste le basi del progetto 'All Inclusive' a Dar es Salaam e del Centro di riabilitazione Kila Siku Cbr. "Nel febbraio 2017 - ricorda Chiurchiu' - e' stato avviato un progetto di Cooperazione internazionale 'All Inclusive', che prevedeva la costruzione, l'organizzazione e l'avvio di un nuovo centro di riabilitazione Kila Siku (in swahili "Ogni giorno") con obiettivo generale favorire l'inclusione, la salute e la partecipazione attiva alla vita della comunita' delle persone con disabilita' che vivono a Dar es Salaam (ad oggi circa 6 milioni di abitanti). Il 14 febbraio 2019 e' stato ufficialmente inaugurato il Centro di Riabilitazione Kila Siku nel quale operano all'interno del quale si trovano: una palestra, dove le persone con disabilita' ricevono la riabilitazione e le cure necessarie, puntando al recupero massimo dell'autonomia cosi' da favorire l'inserimento nella vita sociale; 4 studi medici; uffici di coordinamento; aula di formazione, per gli operatori di base: il personale locale infatti viene formato direttamente all'interno del centro. Lo staff del Centro Kila Siku Cbr comprende un responsabile sanitario, un terapista occupazionale, due fisioterapisti, uno psicologo, un'assistente sociale, 12 operatori comunitari (i community workers sono figure specifiche e caratteristica dei sistemi di riabilitazione su base comunitaria perche' operano a diretto contatto con i pazienti e le famiglie)".
La presenza dell'ong a Dar Es Salaam e' legata alla sua partecipare al tavolo della Platform for Disability, un organismo rappresentativo delle realta' che operano nel Paese sulla disabilita' coordinato dal ministero della salute). "Attraverso questa iniziativa - sottolinea il presidente di Comunita' solidali nel mondo - il ministero ha ritenuto di dare attuazione a un'ottima legge quadro e dare risposte concrete agli oltre 2 milioni di cittadini tanzaniani con disabilita'. Inoltre il ministero della Salute della Tanzania ha voluto offrire un chiaro segnale della volonta' di mettersi alla guida di questo percorso coinvolgendo l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), che fornisce supporto tecnico attraverso la nomina di un consulente, e i development partners come luogo di dialogo tra tutti gli stakeholders della riabilitazione in modo da poter raccogliere tutte le informazioni necessarie a concludere il processo di adozione dello strategic plan. Comunita' solidali nel mondo con un suo rappresentante e' stata invitata a partecipare al tavolo di lavoro della Platform for Disability insieme a un docente della Universita' La Sapienza di Roma che aveva studiato il sistema sanitario tanzaniano e aveva collaborato ad una ricerca insieme a 2 Universita' tanzaniane. Questa ricerca, tra l'altro, e' stato particolarmente significativa perche' e' stata di stimolo per le forze politiche locali al fine di definire una strategia complessiva che si legasse alle buone prassi da noi sperimentate".
In evidenza, infine, il rapporto dell'esperienza in Tanzania con il quadro generale della Cooperazione italiana. "Quello di Comunita' solidali - sottolinea Chiurchiu' - e' una sperimentazione coerente con la nuova legge sulla cooperazione internazionale (la 125/2014) che parla ormai non di Paesi del Terzo mondo ma di Paesi partner. Vogliamo cioe' interpretare in modo nuovo la presenza delle ong - e quindi la nostra presenza - nei Paesi del Sud del mondo, come organismi in grado di stimolare i governi e le autorita' locali ad assumere iniziative coerenti con le leggi nazionali e gli accordi internazionali".
(Red/ Dire)