Roma, 5 mar. - In Egitto nel mirino c'e' anche l'electro mahraganat, musica ribelle che parla di violenza, droga e liberta'. Nato nelle baraccopoli, riempie gli stadi e rimbomba dai finestrini aperti dei taxi ma, nonostante il successo popolare, per il Sindacato dei musicisti non e' vera arte: "promiscuo" e "immorale", e' stato proibito con effetto immediato, si tratti di nightclub, hotel o crociere sul Nilo.
La bocciatura e' stata confermata nei giorni scorsi dal ministero dell'Istruzione, che ha bandito qualsiasi tipo di esibizione nelle scuole, mentre un portavoce del Parlamento ha definito il mahraganat "un'emergenza piu' grave del coronavirus".
La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Secondo il portale di informazione Middle East Monitor e' stata il concerto di San Valentino, in uno stadio del Cairo tutto esaurito, della star Hassan Shakosh.
Con la sua "Bent al-Giran", in italiano La ragazza della porta accanto", il cantante ha gia' superato le 70 milioni di visualizzazioni in due mesi. Le sue sono rime di strada, che cantano l'amore, il vino e l'hashish sfidando la cultura tradizionale e conservatrice.
Del mahraganat come "un'altra rivoluzione", dopo quella sfociata nel 2011 nella caduta di Hosni Mubarak, con vibrazioni electro in piazza Tahrir, aveva gia' scritto la rivista americana Rolling Stone. E non sarebbe un caso che negli ultimi mesi denunce, polemiche e bocciature siano arrivate anche da conduttori tv e figure pubbliche vicine al governo di Abdel Fattah Al-Sisi, il presidente che promette "stabilita'".
(Red/ Dire)