Roma, 19 set. - "Un atto di guerra digitale", teso a "limitare la liberta' di espressione delle istituzioni e dei cittadini di Cuba": cosi' all'Avana il sindacato nazionale dei giornalisti dopo la sospensione da parte di Twitter di account di media di Stato e dirigenti politici.
Il blocco ha colpito testate storiche, come 'Granma' e 'Radio Rebelde', in coincidenza con un discorso pronunciato in televisione con il quale presidente Miguel Diaz-Canel ha annunciato la possibilita' di penurie e razionamenti di carburante.
Dalla sede di Twitter negli Stati Uniti un portavoce ha sostenuto che la sospensione degli account e' stata dovuta a non meglio specificate violazioni delle norme del social network. Nel mirino sono finiti anche profili di personalita' politiche, come Mariela Castro, capo della Commissione per i diritti degli omosessuali nonche' figlia di Raul, il leader del Partito comunista.
Secondo il sindacato dei giornalisti, Union de Periodistas de Cuba (Upec), Twitter e' responsabile di "una censura di massa" e "vuole ridurre al silenzio i leader della rivoluzione". Il contesto e' quello di un peggioramento dei rapporti tra l'Avana e Washington dopo le aperture che, prima dell'entrata in carica di Donald Trump, avevano segnato la presidenza di Barack Obama.
(Red/ Dire)