Roma, 19 set. - In Marocco, la giornalista Hajar Raissouni rischia fino a due anni di carcere perche' accusata di aver avuto un aborto volontario e rapporti sessuali fuori dal matrimonio, entrambi sanzionati dal codice penale locale.
Secondo fonti di stampa concordanti la donna, 28 anni, e' stata arrestata il 31 agosto insieme al suo fidanzato, un accademico e attivista sudanese, mentre usciva da una clinica ginecologica.
La notizia ha suscitato forti polemiche e una protesta con centinaia di persone lunedi', davanti al tribunale di Rabat: qui era attesa la prima udienza del processo, poi rinviata al 16 settembre.
Il 'Movimento alternativo per le liberta' individuali' ha convocato la manifestazione "per denunciare la violenza di genere e sessuale degli esami ginecologici subiti da Hajar Raissouni in seguito all'arresto". Gli attivisti marocchini si riferiscono all'esame a cui la donna e' stata sottoposta contro la sua volonta', e che ha certificato l'aborto, nonche' anche un aborto precedente, diagnosi pero' smentite dal medico della difesa.
L'analisi subita da Hajar, scrivono dal Movimento, prevede un'esame manuale della vagina, e, senza consenso, "equivale ad uno stupro" e ad una "tortura".
I manifestanti hanno scandito cori in favore delle liberta' individuali, contro la criminalizzazione dei rapporti tra adulti consenzienti e in solidarieta' con Raissouni, che scrive per il quotidiano 'Akhbar Al-Youm'.
A processo, oltre alla coppia, andranno anche il medico, un infermiere e una segretaria della struttura dove sarebbe avvenuta l'interruzione di gravidanza.
Dietro l'arresto di Hajar, pero', potrebbe esserci anche un movente politico: in una lettera inviata ad 'Akhbar Al-youm' mentre era detenuta, Raissouni ha raccontato di essere stata interrogata sui suoi articoli. La polizia le avrebbe rivolto anche domande su un suo collega e su alcuni suoi familiari, tra cui lo zio, Ahmed Raissouni, teologo ed ex presidente del Movimento dell'Unicita' e della Riforma, considerato uno dei piu' grandi movimenti islamici in Marocco.
Sul caso si sono pronunciate anche Human Rights Watch e Amnesty International: quest'ultima sottolinea come nel maggio 2019 Hajar Raissouni abbia pubblicato una serie di interviste con Ahmed Zefzafi, il padre dell'attivista e leader del movimento del Rif Nasser Zefzafi condannato a 20 anni di carcere, oltre a diversi scritti critici delle autorita' marocchine. Nel 2018, prosegue Amnesty, "anche il direttore del 'Akhbar Al-Youm', Taoufik Bouachrine, e' stato arrestato e condannato per motivi politici a 12 anni di prigione".
(Red/ Dire)