Roma, 17 ott. - Non lasciare soli i curdi, nuovi "Davide contro Golia", o l'instabilita' si estendera' nel resto della Siria - gia' devastata da una guerra che prosegue dal 2011 - e rinfocolera' le tensioni in Medio Oriente: questo l'appello che Un ponte per... (Upp), ong rimasta nel nord-est della Siria, lancia al governo italiano e quindi alla comunita' internazionale dalla Camera dei deputati.
L'offensiva 'Fonte di pace', sferrata una settimana fa dalla Turchia al di la' del confine dove si concentrano i curdi, ha gia' causato oltre 60 morti e migliaia di sfollati che "continuano ad aumentare": a sottolinearlo Angelica Romano, co-presidente di Upp, che invoca il dialogo con Ankara per fermare gli attacchi, lo stop alla vendita degli armamenti, la creazione di una "no fly zone" sul nord-est e il ritiro dell'esercito italiano in Turchia. La responsabile ha infatti ricordato che "non lontano dal confine con la Siria l'Italia e' presente con una missione di 130 militari, con il mandato di proteggere i cieli turchi".
Secondo Romano l'Italia ha un peso politico importante, che deve sfruttare in sede Nato e Ue affinche' "non si lasci Davide contro Golia". "I curdi - ha aggiunto la co-presidente di Un ponte per... - sono lasciati soli a combattere contro uno degli eserciti piu' forti del mondo e non intervenire puo' far esplodere una polveriera che puo' coinvolgere tutto il Medio Oriente".
Romano ha denunciato anche la crisi umanitaria in corso: dato lo stato di pericolo, due giorni fa l'ong ha dovuto trasferire lo staff italiano e internazionale al di la' del confine con l'Iraq mantenendo pero' operativo sul terreno quello locale. Secondo Upp, la popolazione "mai come adesso ha bisogno di aiuto". Stando ai dati raccolti dall'ong insieme con la Mezzaluna Rossa curda 65 civili hanno perso la vita negli attacchi dell'esercito turco sostenuto da milizie locali. Un milione e 650 mila persone, secondo stime Onu, nell'intero nord- est della Siria hanno bisogno di assistenza umanitaria.
L'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha riferito di 200mila sfollati. Nel rapporto si denunciano poi i due attacchi di sabato e domenica scorsi. Nel primo attacco e' stata uccisa la segretaria generale del Partito futuro siriano, Hevrin Khelelf, assieme ad altre nove persone. Nel raid di domenica sono morti invece 11 civili, tra cui due giornalisti internazionali. Altre 74 persone sono rimaste ferite.
A proposito di Khelelf, Romano ha detto: "Il modo in cui e' stata uccisa (violentata e poi lapidata, ndr) dimostra cio' che aspetta le donne curde se i miliziani islamisti che sostengono Ankara riusciranno a raggiungerle. Aiutiamole". Secondo la vice-presidente di Un ponte per..., resta aperto il confine con l'Iraq, verso cui sono scappate circa 300 persone. "Ci arrivano conferme che si stanno allestendo dei campi" ha aggiunto Romano: "Gli arrivi stanno aumentando".
(Red/ Dire)