Roma, 28 nov. - "La nostra preoccupazione e' che la cooperazione sia ostaggio delle politiche securitarie, che sia piu' concentrata sul controllo dei flussi migratori e delle frontiere che sui diritti delle persone. L'analisi profonda della migrazione vista come conseguenza del sottosviluppo ha ceduto alla logica dell''aiutiamoli a casa loro' o del fare cooperazione con l'obiettivo di impedire le migrazioni. Questo insieme di approcci produce vulnerabilita' nei migranti e ha un impatto globale a dir poco dubbio sui paesi di origine". Cosi' il segretario generale di ActionAid Italia, Marco De Ponte, nel corso della conferenza 'Migrazioni internazionali e il futuro della cooperazione allo sviluppo'.
"Un caso emblematico e' quello del Fondo Africa, che anche con il Decreto sicurezza bis diventa sempre piu' un fondo destinato a dialogare solo con i Paesi di maggiori provenienza dei migranti. Questo rende chiaro che quello che condiziona la collocazione delle risorse per la cooperazione e' l'agenda europea sulle migrazioni, non i bisogni dei Paesi a cui sono destinati" ha aggiunto De Ponte.
Nel corso della conferenza ActionAid ha presentato un rapporto dal titolo 'Come 'li aiutiamo a tornarsene a casa loro''.
(Red/ Dire)