Roma, 21 nov. - Il governo del Cile e' pronto ad ascoltare le rivendicazioni della piazza ma denuncia una "cospirazione" di gruppi anarchici ed estremisti, che sarebbero legati all'Argentina e ai Paesi "bolivariani" e che si starebbero infiltrando nelle proteste. Lo sottolinea in un'intervista con la 'Dire' l'ambasciatore del Cile a Roma, Sergio Romero Pizarro.
L'agenzia lo ha intervistato sulla crisi iniziata a ottobre: l'aumento del prezzo del trasporto pubblico ha innescato la miccia del dissenso, spingendo centinaia di migliaia di cileni a manifestare per denunciare diseguaglianze economiche e sociali e per invocare le dimissioni del governo di centrodestra. Ci sono stati incidenti e scontri: il bilancio e' di 20 morti, quasi 2mila feriti e migliaia di arresti.
- Ambasciatore, lo scorso fine settimana il presidente Sebastian Pinera, dopo un rimpasto di governo, un parziale aumento del salario minimo e il blocco del costo dell'elettricita', ha annunciato l'avvio di un processo per riformare la Costituzione. Bastera' a fermare le proteste? "Voglio iniziare col dire che il governo cileno e' dalla parte della democrazia. Secondo, abbiamo una Costituzione legittima, ma il presidente Pinera si e' detto disponibile a riformarla e, se necessario, cambiarla completamente. Terzo, esistono rivendicazioni sociali, che vanno ascoltate e noi lo stiamo facendo. Questo pero' deve avvenire nel rispetto della sicurezza pubblica. Quanto alla Costituzione, quella attuale e' frutto di un grande accordo nazionale promosso dal presidente di centrosinistra Ricardo Lagos, nel 2005. Lui stesso firmando le modifiche, dichiaro': 'Finalmente abbiamo una carta democratica'. Non mentiva. Oggi pero' dai cittadini giungono delle richieste e noi intendiamo ascoltarle. Rivendicazioni che provengono in larga parte dalla popolazione, pacificamente. Tuttavia esistono anche frange violente, che causano incendi, saccheggi, atti vandalici. Noi crediamo si tratti di una cospirazione delle forze estremiste e anarchiche. La giustizia sta agendo per identificare i responsabili, tuttavia nei giorni scorsi uno dei quotidiani di punta di Buenos Aires, il 'Clarin', ha segnalato che esisterebbero rapporti tra gli anarchici cileni e quelli argentini. Tali gruppi si starebbero infiltrando nelle proteste causando gli scontri. Le istituzioni stanno intervenendo".
- Ci sono Paesi stranieri dietro questi movimenti? "Non lo sappiamo, per ora si tratta di notizie di stampa.
Pero' secondo vari forum di sinistra argentini - come il Forum do Sao Paulo e il Grupo de Puebla - ci sarebbero gruppi di orientamento bolivariano che in Cile, Ecuador e Peru' starebbero portando avanti una cospirazione. L'ideologia bolivariana e' la stessa che ha finito per distruggere, come abbiamo visto, Cuba e Venezuela".
- Le organizzazioni per i diritti umani cilene hanno denunciato che nelle manifestazioni decine di persone sono state ferite dagli interventi delle forze di sicurezza, e si registrerebbero anche quasi 200 'desaparecidos'. I responsabili Onu giunti nel Paese per monitorare la situazione hanno espresso preoccupazione: "L'alto numero di feriti e il modo in cui sono state utilizzate le armi - si legge nel report conclusivo - sembrano indicare che l'uso della forza e' stato eccessivo e ha violato il requisito di necessita' e proporzionalita'". Cosa rispondete a queste accuse? "Primo, non ci sono desaparecidos in Cile, ed e' la prima volta che lo sento. Secondo, la maggior parte delle vittime sono state causate dagli incendi appiccati dai gruppi estremisti.
Quando parliamo di rispetto dei diritti umani, ricordiamoci che deve essere reciproco. A me sorprende che spesso si chieda in modo discrezionale, quando invece riguarda tutti: tra gli agenti di polizia si contano oltre mille feriti, gravi e meno gravi. Che ne e' del principio di proporzionalita' della forza quando le frange estremiste hanno incendiato varie stazioni delle metropolitana contemporaneamente? Per questo abbiamo chiesto all'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, di inviare in Cile una missione a tutela dei diritti delle persone".
- Le strade di Santiago si sono riempite per chiedere piu' giustizia sociale, in un Paese in cui la crescita e' forte ma i salari medi sono intorno agli 800 euro al mese, la disoccupazione e' al 7 per cento e il costo della vita e' alto. Che risposte sta dando il governo Pinera? "Non dimentichiamo che il Pil pro capite cileno e' il piu' alto dell'America Latina e anche il salario medio e' abbastanza elevato. Ora il governo si sta preoccupando di coinvolgere tutti i settori dell'economia in questo sviluppo. L'importante e' che questo avvenga in modo consensuale, in accordo con l'intesa raggiunta negli anni '90 (all'indomani della fine della dittatura del generale Augusto Pinochet, ndr.) tra le forze di destra e di sinistra e che punta a mantenere un'economia sociale di mercato.
In Cile pero' c'e' una minoranza che sta cercando di imporre il proprio pensiero sulla maggioranza. E' intollerabile che queste frange estremiste distruggano i negozi, mettendo in ginocchio i piccoli commercianti. Poi, perche' incendiare e profanare le chiese come e' successo lo scorso fine settimana? Sono gesti che peggiorano la situazione, inoltre nel XXI secolo e' assurdo contestare la liberta' di culto. Tutto questo alimenta un clima d'odio che non vogliamo: a noi interessa il confronto". - Come sono i rapporti tra il Cile e l'Italia? "Abbiamo sempre avuto ottime relazioni. Di recente il viceministro degli Affari esteri Marina Sereni e' stata in Cile per incontrare sia il governo che il parlamento. Questo dimostra che l'Italia sta rispettando la democrazia cilena, senza interferire negli affari interni".
- Fuori dell'ambasciata a Roma qualcuno ha lanciato vernice rossa, sporcando la facciata dell'edificio.
"Probabilmente non si tratta di cileni, perche' un cileno non farebbe mai una cosa del genere contro la propria ambasciata e la propria bandiera. Sono estremisti, come se ne trovano ovunque nel mondo".
- Di recente il Paese ha puntato molto sugli investimenti stranieri. E' ancora sicuro investire in Cile? "Gli investimenti italiani in Cile sono consistenti e questo ci fa piacere. Si attestano intorno agli 800 miliardi di dollari e riguardano ad esempio i settori del commercio o dell'elettricita', anche attraverso le rinnovabili. Io credo che il Cile presenti tutte le condizioni per investire. Uno dei settori piu' interessanti e' quello dell'agribusiness e in ottica complementare: noi, rispetto all'Italia, ci troviamo nell'emisfero opposto e questo puo' favorire lo scambio di frutta e verdura di stagione. La crisi che viviamo in questi giorni e' solo un capitolo della nostra storia, segnata dalla crescita.
Anche con l'Unione Europea i rapporti sono buoni e proprio in questo periodo stiamo aggiornando il Trattato di libero commercio del 2002, il primo che l'Ue ha ratificato con un Paese latinoamericano".
(Red/ Dire)