Roma, 14 nov. - "Paradossalmente, la democrazia cilena si e' retta in questi anni con una Costituzione totalitaria": a parlare all'agenzia Dire e' Luis Badilla, giornalista cileno arrivato in Italia nel 1973, un mese dopo il golpe di Augusto Pinochet.
"La Costituzione cilena di oggi e' quella che fece Pinochet, e che si modifico' diverse volte. Ma nel momento in cui si passo' dalla dittatura alla democrazia fu negoziato che non fosse modificata sostanzialmente" ricorda Badilla: "La cosa fondamentale di questa Costituzione e' il modello mentale e culturale di una casta militare oligarchica associata agli interessi del capitalismo internazionale".
"Il problema per cui oggi si protesta non sono 30 pesos, ma 46 anni" afferma ancora il giornalista, riprendendo lo slogan 'No son 30 pesos, son 30 anos' che in queste settimane e' stato tra i piu' frequenti alle manifestazioni contro il governo di Sebastian Pinera. "I governi di centrosinistra e centrodestra, durante tutti questi anni dopo la caduta della dittatura hanno mantenuto il modello politico, costituzionale, culturale, antropologico di Pinochet, hanno avuto, in questi ultimi 30 anni una democrazia inquinata con elementi pinochettisti".
Badilla conclude: "Finche' i cileni non cambieranno Costituzione seguendo la volonta' della maggioranza non risolveranno i probemi, non hanno mai fatto critica e autocritica ma e' importante sottolineare che durante il periodo della Guerra fredda non c'era la forza per imporre la propria volonta', quella di una Costituzione veramente democratica. Oggi queste condizioni ci sono". L'occasione dell'intervista con il giornalista e' l'incontro 'Cile se desperto'', ospitato ieri dalla Fondazione Basso.
(Red/ Dire)