Roma, 7 nov. - "I migranti non dovrebbero essere imprigionati per il solo fatto di esserlo; migrare non e' un reato": cosi' all'agenzia 'Dire' Peter Maurer, presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), in merito al Memorandum Italia-Libia.
Secondo il dirigente dell'organizzazione, intervistato a margine dell'inaugurazione di una mostra fotografica dedicata al 70° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, per tutelare i diritti umani "servono soluzioni differenti".
"In Libia le condizioni di vita nei campi di detenzione non sono buone - denuncia Maurer - e a soffrire sono d'altra parte anche i migranti che non sono imprigionati".
Sottoscritto nel 2017 dall'allora governo di Paolo Gentiloni con l'esecutivo di Fayez Al-Serraj, il Memorandum prevede addestramento, mezzi e fondi per la Guardia costiera libica. Un corpo, questo, responsabile del fermo di migranti in mare e del loro trasferimento in centri di detenzione gestiti da Tripoli.
Maurer sottolinea che oggi in Libia continua "un conflitto interno, con tante persone, non solo migranti, sradicate".
Secondo il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, la questione e' allo stesso tempo "politica e umanitaria".
Ancora Maurer: "Con l'Italia e gli altri Paesi dell'Ue dobbiamo trovare soluzioni che proteggano le persone piu' vulnerabili, sia in Libia che nel Mediteranneo e nell'area del Sahel".
(Red/ Dire)