Roma, 21 mar. - In un rapporto pubblicato da Amnesty International ha sollecitato il governo degli Stati Uniti a svolgere indagini imparziali e approfondite sulle prove che testimoniano il repentino aumento degli attacchi aerei in Somalia, che hanno causato la morte di numerosi civili.
Il rapporto, intitolato 'La guerra nascosta degli Usa in Somalia', rivela che in soli cinque degli oltre 100 attacchi aerei degli ultimi due anni sono stati uccisi 14 civili e altri otto sono rimasti feriti.
I cinque attacchi aerei, si legge in una nota dell'ong, sono stati portati a termine con droni Reaper e aerei con equipaggio a bordo nel Basso Shabelle, una regione che circonda la capitale Mogadiscio e che e' controllata pressoche' totalmente dal gruppo armato Al-Shabaab. Queste operazioni paiono costituire violazioni del diritto internazionale umanitario e, in alcuni casi, crimini di guerra.
Il Comando Usa in Africa (Africom), cui Amnesty International ha sottoposto le proprie conclusioni, ha smentito che nelle sue operazioni in Somalia siano stati uccisi civili.
"Il numero di vittime civili che abbiamo scoperto in solo una manciata di attacchi aerei lascia pensare che la segretezza che avvolge il ruolo degli Usa nella guerra in Somalia sia di fatto una cortina fumogena per l'impunita'", ha dichiarato Brian Castner, alto consulente di Amnesty su armi e operazioni militari.
"Le nostre conclusioni contraddicono completamente il mantra di zero vittime civili ripetuto dall'esercito Usa. Questa affermazione suona tanto piu' inverosimile se consideriamo che dal 2016 gli Usa hanno triplicato i loro attacchi aerei in Somalia, superando il totale di quelli in Libia e Yemen", ha aggiunto Castner.
Nel corso delle loro indagini, i ricercatori di Amnesty International si sono recati in Somalia. Hanno svolto oltre 150 interviste con testimoni oculari, familiari di vittime, sfollati di guerra ed esperti - anche all'interno delle forze armate Usa - e analizzato col massimo rigore le prove disponibili, tra cui immagini satellitari, frammenti di munizioni e fotografie dei luoghi colpiti dagli attacchi.
Il numero degli attacchi aerei Usa in Somalia e' aumentato dal 30 marzo 2017, quando il presidente Trump ha firmato un decreto per dichiarare la Somalia "area di ostilita' attive".
Negli ultimi nove mesi del 2017 gli Usa hanno compiuto 34 attacchi aerei in Somalia, piu' del totale del periodo tra il 2012 e il 2016. L'aumento e' proseguito nel 2018 con 47 attacchi aerei e pare confermato anche nel 2019, con 24 attacchi aerei nei soli due primi mesi dell'anno.
Secondo un generale statunitense in pensione intervistato da Amnesty International, il decreto ha diminuito l'onere per le forze armate Usa di garantire che negli attacchi aerei non verranno uccisi civili. A suo giudizio, e cio' e' molto preoccupante, il decreto ha ampliato il numero dei potenziali bersagli fino a comprendere praticamente qualsiasi maschio adulto che viva nei villaggi che simpatizzano per al-Shabaab e che si trovi nelle vicinanze di persone conosciute come combattenti.
Questo mandato cosi' esteso potrebbe violare il diritto internazionale umanitario e causare l'uccisione illegale di civili.
Ad esempio, in un attacco contro il villaggio di Farah Waeys, mentre Africom ha dichiarato che "tutte le persone uccise o ferite erano membri o affiliati di al-Shabaab", Amnesty International ha verificato che sono stati uccisi anche due civili e sono stati feriti cinque tra donne e bambini.
Amnesty International ha scoperto prove schiaccianti che 14 civili sono stati uccisi e altri otto sono rimasti feriti in cinque attacchi aerei Usa che paiono costituire violazioni del diritto internazionale umanitario e, in alcuni casi, crimini di guerra.
Il rapporto 'La guerra nascosta degli Usa in Somalia' fa riferimento anche ad attacchi coi droni. Gli Usa non hanno condotto queste operazioni da soli, il programma di droni armati americano fa affidamento su un vasto e complesso network di intelligence e condivisione di infrastrutture in giro per il mondo.
Nel rapporto "Assistenza mortale" del 2018, Amnesty International aveva analizzato l'assistenza che Regno Unito, Germania, Olanda e Italia forniscono al programma statunitense di uso dei droni e concluso che questi quattro stati rischiano di dover rendere conto di violazioni del diritto internazionale.
Italia, ma anche Regno Unito e Germania, consentono agli Usa di gestire basi nei loro territori, col conseguente impiego di comunicazioni e infrastrutture d'intelligence che permettono la trasmissione di informazioni dagli operatori dei droni negli Usa ai droni armati che lanciano attacchi mortali in tutto il pianeta.
L'Italia, inoltre, consente agli Usa di lanciare attacchi coi droni armati dalla base Usa di Sigonella a scopo difensivo. Di fronte al rischio concreto di violazione dei diritti umani e di possibili crimini di guerra, Amnesty International chiede nuovamente al governo italiano di astenersi dal prestare assistenza negli attacchi con i droni statunitensi che possono violare la legge internazionale sui diritti umani (che si applica a qualsiasi uso di droni da parte degli Stati Uniti) o che possano violare il diritto umanitario internazionale (che si applica a quegli attacchi con i droni effettuati come parte di un conflitto armato effettivo) e di avviare una inchiesta pubblica completa sulla sua assistenza al programma di droni statunitensi.
(Red/ Dire)