Alto commissario denuncia persecuzione dissidenti e discorsi d'odio
Roma, 14 mar. - "E' alto il rischio di un ritorno alla violenza in Camerun". A lanciare l'allarme e' Michelle Bachelet, capo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani, nel corso dell'ultima sessione del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra: "Se il governo camerunense continuera' a incitare all'odio, e se le forze di sicurezza continueranno ad usare tattiche repressive nei confronti degli oppositori politici, distruggendo infrastrutture e bruciando interi villaggi, il paese ricadra' nella violenza".
L'allarme di Bachelet segue gli appelli lanciati da Tibor Nagy, l'assistente del Segretario di Stato americano per gli Affari africani, e Federica Mogherini, Alto rappresentante della Politiche estera e di sicurezza dell'Unione europea. Entrambi hanno richiamato l'attenzione sulle ultime azioni compiute dal governo di Yaounde nei confronti degli oppositori politici e dei loro sostenitori. Il Paese e' peraltro preda da oltre un anno di violenze e instabilita', causate dalle tensioni sorte tra la comunita' anglofona e quella comunita' francofona, ritenuta filo-governativa.
Nelle regioni di Nord-ovest e Sud-ovest, dove gli anglofoni si concentrano, si e' anche formata una milizia armata che combatte contro l'esercito per ottenere la secessione.(SEGUE) "Mi preoccupano le allarmanti dichiarazioni di odio pronunciate da certi politici e dalla seria riduzione dello spazio politico" had etto Bachelet, denunciando anche "persecuzioni a danno di esponenti di opposizione, attraverso processi deferiti al tribunale militare". "E' essenziale che oggi il Paese compia dei passi per ridurre la crisi e prevenire una escalation di violenze" ha concluso l'Alto commissario Onu.
Tra i casi segnalati da Bachelet, c'e' quello di Maurice Kamto, leader del Movimento per la rinascita del Camerun (Mrc). Il 13 febbraio e' stata confermata la sua incarcerazione, insieme a 28 tra dirigenti e esponenti del suo partito.
Gli arresti sono sopraggiunti all'indomani di una manifestazione pacifica svoltasi nella citta' di Douala - in pieno ovest anglofono - contro la rielezione del presidente Paul Biya.
Dall'inizio dell'anno in tutto il Paese, gli attivisti denunciano che oltre 150 dissidenti politici sono stati arrestati e incarcerati.
(Red/ Dire)