Roma, 7 mar. - Rappresentanti di governo e opposizioni hanno stabilito le linee guida entro cui lavorera' il Dialogo nazionale, vale a dire il tavolo negoziale volto a trovare una soluzione alla crisi interna che in Nicaragua ha causato centinaia di vittime.
Secondo l'ambasciatore della Santa Sede, l'arcivescovo Waldemar Sommertag, che ha letto ai cronisti il comunicato congiunto, le due parti hanno proposto di concludere i lavori il 28 marzo. E' stato inoltre stabilito che Sommertag presenziera' agli incontri in qualita' di osservatore esterno, mentre delegati delle chiese cattolica ed evangelica locali saranno osservatori interni.
L'Alleanza civica, che riunisce i movimenti di opposizione, e' tornata a chiedere il rilascio dei manifestanti arrestati nel corso delle proteste contro il governo di Daniel Ortega, iniziate il 19 aprile dello scorso anno. Mercoledi' scorso, quando sono stati aperti i lavori del Dialogo, il governo ha rilasciato un centinaio di persone, ma secondo le associazioni per i diritti umani ancora 600 persone sarebbero tenute dietro le sbarre.
L'Alleanza preme inoltre affinche' sia garantita la liberta' di espressione, e si vada al piu' presto a nuove elezioni presidenziali per scegliere il successore di Ortega, in carica dal 2001. La stampa regionale osserva che questi punti pero' saranno trattati nel corso degli incontri con i rappresentanti di Managua.
Il Dialogo nazionale, lanciato dalla Chiesa cattolica lo scorso anno, e' fallito dopo circa un mese. Suscita ottimismo pertanto questa nuova iniziativa, sebbene alcuni nel Paese abbiano avanzato perplessita' per il fatto che le discussioni si svolgono a porte chiuse.
In questi mesi le autorita' nicaraguensi hanno represso con forza le manifestazioni anti-governative, accusando i partiti di opposizione di voler attuare un colpo di stato grazie a presunti finanziamenti stranieri.
Per le associazioni dei diritti umani tra le 300 e le 400 persone avrebbero perso la vita.
(Red/ Dire)