Roma, 23 mag. - "Dobbiamo essere realisti e comunque non bisogna allontanare gli investitori": Admasu Nebebe, vice-ministro delle Finanze dell'Etiopia, risponde cosi' a un domanda dell'agenzia 'Dire' sui salari delle lavoratrici e dei lavoratori delle industrie tessili.
Secondo il dirigente, intervistato in occasione della fiera internazionale Exco2019 in corso nei padiglioni di Fiera Roma, "i livelli retributivi devono essere in sintonia con lo sviluppo dell'economia e in ogni caso qualunque cosa facciamo non deve allontanare gli investimenti".
Stando a uno studio pubblicato questo mese da un centro americano, il New York University Stern Center for Business and Human Rights, gli operai peggio pagati al mondo lavorano nelle fabbriche tessili dell'Etiopia. Nel rapporto gli esperti denunciano anche le responsabilita' di H&M, Gap, Calvin Klein e Tommy Hilfiger, marchi globali presenti nel Parco industriale di Hawassa, un distretto specializzato dove sono impiegati circa 25mila operai.
"Il desiderio del governo di Addis Abeba di attrarre investimenti stranieri ha spinto a promuovere livelli salariali di base inferiori a quelli di qualunque altro Paese produttore di abbigliamento" si legge nello studio: "Ora la retribuzione e' equivalente a 26 dollari al mese, una cifra che non permette ai lavoratori di garantirsi vitto, alloggio o mezzi di trasporti dignitosi".
Secondo stime rilanciate dalla stampa internazionale, in Cina gli operai tessili guadagnano in media circa 340 dollari al mese. In Kenya la paga non supera invece i 207 dollari ma resta comunque otto volte piu' elevata rispetto ai livelli del Parco industriale di Hawassa.
Secondo Nebebe, "in Etiopia oggi la priorita' e' creare piu' lavoro possibile". Nella lettura del vice-ministro, "per far uscire da una condizione di poverta' milioni di persone servono crescita economica e investimenti stranieri". Nebebe continua: "Dobbiamo attrarre lavoro e lavoro non costoso, in modo che gli industriali possano ottenere profitti; il governo cerca insomma un equilibrio tra redditivita', vantaggi comparativi che tengano conto dei rischi e, ovviamente, miglioramento delle condizioni di vita e sicurezza sul lavoro".
Temi, questi, al centro a Exco2019 di una "country presentation". In primo piano la privatizzazione di societa' pubbliche come Ethio Telecom, le opportunita' per le imprese europee e l'apertura di parchi industriali sul modello di quello di Hawassa. L'impegno, secondo il vice-ministro, e' favorire attivita' ad alta intensita' di lavoro e non di capitale. "Con i parchi - questa la promessa - creeremo due milioni di impieghi" (Red/ Dire)