Roma, 23 mag. - Tra giugno e settembre quasi 560mila persone in Mauritania e 340mila in Senegal entreranno nello stadio di insicurezza alimentare critica (fasi 3 e 4 del ranking internazionale). Lo riferisce in una nota Azione contro la fame, organizzazione umanitaria internazionale che combatte le cause e le conseguenze della malnutrizione in 50 Paesi del mondo.
In Mauritania, quest'anno le stime danno a oltre 31mila i ragazzi e le ragazze in stato di grave malnutrizione: il 40 per cento in piu' rispetto alla media degli ultimi cinque anni. "A parte il costo umano di questa situazione il vero dramma e' che si tratta di una crisi perfettamente prevista, ma per la quale vi e' spesso una risposta tardiva e inadeguata" avverte Elena Vicario, direttore di Azione contro la fame in Mauritania. Tale azione, prosegue Vicario, "e' centrata sul mitigare l'emergenza piu' che sul preparare la popolazione a rafforzare le capacita' di recupero e di adattamento a questa siccita' prolungata".
Azione contro la fame ricorda che da giugno a settembre ha luogo "la stagione della fame" e della penuria alimentare che colpisce il Sahel. Al confine tra Mauritania e Senegal la situazione si fa piu' grave per i pascoli, risorsa cruciale per una popolazione altamente dipendente dal pascolo di mucche, cammelli e capre e dall'agricoltura di sussistenza nelle poche terre fertili della Mauritania, sulle rive del fiume Senegal.
Il prezzo del foraggio ha iniziato a salire come sottolinea Mohamed Ould Dah, coordinatore per il cibo e i mezzi di sussistenza per la ong: "A marzo, durante il periodo della raccolta, sono cominciate a sorgere tensioni tra pastori e agricoltori a causa della carenza di pascoli. I primi- riferisce ancora Ould Dah- avevano iniziato una transumanza precoce che ha colpito le colture poco prima del raccolto, una competizione che continua attraverso i punti d'acqua nella zona".
Azione contro la fame reclama dunque, per l'intera regione e non solo per la Mauritania, una risposta in cui la sicurezza alimentare possa essere una chiave per prevenire i conflitti.
Come spiega Sa'nchez-Montero, direttore dell'advocacy di Azione contro la fame in Spagna, "La crescente competizione per le risorse naturali sempre piu' scarse rende necessaria una gestione collettiva, e talvolta transfrontaliera, che rafforzi il contratto sociale e prevenga la tensione tra le popolazioni. La stabilita' in tutta la regione, richiede il rafforzamento della governance e dello sviluppo attraverso programmi pubblici che migliorino l'accesso alla sicurezza alimentare e ai mezzi di sussistenza".
Azione contro la fame fa sapere di stare lavorando su risposte a medio e lungo termine basate sull'agroecologia, che privilegia la conservazione dell'acqua e del suolo, la rigenerazione naturale assistita, il supporto alla coltivazione di cereali locali e la gestione condivisa delle risorse naturali tra agricoltori e allevatori.
Inoltre sta elaborando un piano di emergenza che prevede la distribuzione di denaro alle famiglie piu' vulnerabili per comprare il cibo, la distribuzione di pasti nutrizionali ai minori di due anni e una massiccia distribuzione di foraggi. In molti programmi si sta cercando di contenere le possibili tensioni tra agricoltori e allevatori grazie a recinzioni e al filo spinato per delimitare i campi. "Con le comunita' locali stiamo lavorando anche per promuovere la gestione integrata delle risorse naturali, ogni stagione sempre piu' scarse", dice Mohamed Ould Dah, coordinatore per il cibo e i mezzi di sussistenza per la ong.
(Red/ Dire)