Roma, 16 mag. - Lo Sri Lanka ha imposto un coprifuoco nazionale e bloccato nuovamente l'accesso ai principali social media in risposta a un crescendo di violenze contro i musulmani.
Al momento, le autorita' locali parlano di una situazione di tensione innescata da un lancio di pietre contro un negozio tenuto da un musulmano nella citta' a maggioranza cattolica di Chilaw. Le violenze, stando a fonti di stampa concordanti, sarebbero arrivate in risposta ad alcuni messaggi diffusi dal proprietario dell'attivita' su un social network.
"Facebook, Whatsapp e Viber sono stati temporaneamente bloccati" si legge sulla stampa di Colombo. Il popolare operatore telefonico Dialog ha fatto sapere di aver ricevuto ordini per impedire l'accesso anche a Viber, Imo, Snapchat, Instagram e Youtube. La polizia ha riferito che il coprifuoco sara' in vigore fino a ulteriore notifica nella regione nord-occidentale, e fino a martedi' mattina nel resto del Paese.
Le disposizioni sono arrivate dopo una prima notte di coprifuoco nelle provincie occidentali di Chilaw, Kuliyapitiya, Bingiriya e Dummalasuriya.
Il comandante dell'esercito Mahesh Senanayake ha dichiarato ieri in televisione che gruppi di ubriachi stavano compiendo violenze, e intimato alle persone di restare a casa, senza fornire altri dettagli.
Leggi emergenziali sono in vigore in Sri Lanka dal 21 aprile, quando una serie di attacchi simultanei, poi rivendicati dal cosiddetto Stato islamico, ha colpito chiese e hotel, uccidendo 250 persone. In quell'occasione era stato gia' imposto un primo blocco delle reti sociali.
Nel Paese, a maggioranza buddista, i musulmani sono il 10 per cento circa della popolazione, mentre si stima che i cristiani rappresentino il 7,6 per cento.
Recentemente Amnesty International aveva lanciato l'allarme su una "preoccupante tendenza ad attacchi nei confronti della comunita' musulmana" in Sri Lanka, in seguito agli attentati di Pasqua.
Ieri, per la prima volta dopo la strage del mese scorso, nelle chiese cattoliche i sacerdoti sono tornati a officiare le messe domenicali.
(Red/ Dire)