Roma, 2 mag. - L'associazione dei professionisti sudanesi e le altre forze di opposizione 'per la Liberta' e il Cambiamento' hanno rifiutato il nuovo calendario proposto dal summit dell'Unione Africana (Ua) tenutosi in Egitto.
Qui i rappresentanti di Ciad, Gibuti, Somalia, Sudafrica, Etiopia, Kenya, Nigeria, Sud Sudan e Uganda, insieme al presidente egiziano e a quello della Commissione Ua Moussa Faki Mahamat, hanno concordato sulla "necessita' di dare piu' tempo alle autorita' sudanesi" per il passaggio di potere dalla giunta militare a un governo civile.
L'incontro era stato voluto dal capo di Stato egiziano Abdelfattah Al-Sisi, presidente di turno dell'Ua, all'indomani dell'ultimatum con cui, la settimana scorsa, il consiglio di Sicurezza dell'Unione Africana aveva imposto alla giunta militare di trasferire il potere a un governo civile in un massimo di quindici giorni.
Il limite massimo per realizzare il passaggio di consegna e' stato fissato ora a tre mesi.
"Cio' che accade in Sudan e' una questione interna" ha affermato oggi il portavoce della 'Spa' Rasheed Al-Saed, in una conferenza stampa. "Scommettiamo sulla continuazione delle proteste e sui manifestanti" ha aggiunto. E in una nota diffusa sui loro canali internet, le forze 'per la Liberta' e il Cambiamento', tra cui l'organizzazione professionale di Al-Saed, invitano a un nuovo sciopero generale e a una marcia 'da un milione di persone'. Anche stamane migliaia di dimostranti si sono ritrovati a Khartoum davanti al quartier generale dell'esercito, chiedendo un governo civile. Inoltre, i manifestanti chiedono che Omar Al Bashir e altri membri del suo governo accusati di crimini di guerra e contro l'umanita' siano processati.
Tra i manifestanti, migliaia sono arrivati ieri nella capitale dalla citta' di Atbara, luogo da cui, lo scorso dicembre, sono partiti i primi focolai di protesta.
Il treno su cui hanno viaggiato ha ricordato ad alcuni quello con cui, dalla stessa citta', molti manifestanti raggiunsero Khartoum nel 1964, durante le proteste che posero fine al governo militare di Ibrahim Abboud.
(Red/ Dire)