Napoli, 2 mag. - "Abbiamo mobilitato dei disegnatori di fumetti tunisini, ma anche di altri Paesi: Barrack Rima in Libano, Migo, in Egitto, Salim Zerrouki in Algeria, e abbiamo avuto uno sguardo globale sulla migrazione nei Paesi arabi e in Tunisia" Othman Selmi, disegnatore e grafico nato a Tunisi nel 1977, racconta all'Agenzia Dire il lavoro portato avanti nel penultimo numero di 'Lab 619'. La rivista e' pubblicata con periodicita' irregolare da un collettivo omonimo di disegnatori tunisini, e le storie del numero speciale consacrato alle persone in viaggio sono state esposte nell'ambito della XXI edizione del festival Comicon, a Napoli. Qui l'agenzia Dire ha incontrato Selmi, che ha parlato del suo racconto disegnato, 'Il colore del dolore': "Personalmente, ho incontrato diversi africani che studiavano a Tunisi, o che avevano gia' un lavoro- spiega Selmi- Le storie raccontano cio' che subiscono, sia in termini di razzismo da parte dello Stato, perche' non c'e' una vera legge che tuteli i loro diritti, sia da parte dei tunisini.
Ai migranti non si da' infatti un diritto reale di mescolarsi con gli altri, di ottenere una casa in affitto, e anche in strada vengono continuamente molestati, sia le ragazze che i ragazzi" "Non e' stato facilissimo trovare queste persone, all'inizio erano diffidenti- racconta ancora l'artista- Ma quando hanno visto che ci avvicinavamo senza telecamere ne' microfoni si sono aperti a noi, facendoci le loro confidenze anche con un certa livello di intimita'".
'Migrando, gridando, sognando' e' il titolo scelto per la mostra conclusasi ieri e dedicata dal Comicon di quest'anno alle storie di migranti nel fumetto mediterraneo. L'esposizione e' stata presentata da un dibattito al quale hanno partecipato, nel pomeriggio di domenica, anche lo sceneggiatore di fumetti Marco Rizzo e gli artista Barrack Rima e Gianni 'Gipi' Pacinotti.
(Red/ Dire)