Roma, 25 lug. - "L'impegno per un mare sicuro va inteso a 360 gradi; per questo la rinnovata attivita' delle ong, pur non essendo legata alle istituzioni, e' un fatto positivo": cosi' all'agenzia Dire don Antonio Rizzolo, direttore del settimanale Famiglia Cristiana, sull'impegno di soccorso di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere (Msf) al largo della Libia.
L'occasione dell'intervista e' la presentazione di un volume, a firma della giornalista Annachiara Valle, dedicato alle attivita' della Guardia costiera.
"C'e' un impegno istituzionale per la sicurezza dei bagnanti, di chi frequenta le spiagge, di chi lavora in mare, come i pescatori, o di chi lo vive per sport - sottolinea don Rizzolo - ma anche coloro che affrontano la traversata del Mediterraneo su barconi improvvisati con tantissime persone dovrebbero essere salvati".
Il riferimento e' alla ripresa dei soccorsi nella zona Search & Rescue (Sar) libica con la nave Ocean Viking, a bordo un equipaggio di 31 membri, tra i quali 13 esperti di Sos Mediterranee e nove esponenti di Msf.
Secondo don Rizzolo, il Paese nordafricano "e' scombussolato da una guerra interna e i suoi porti non sono sicuri". In questo contesto si colloca il sostegno offerto dall'Italia alla Guardia costiera di Tripoli, criticato da piu' parti come una negazione dei diritti umani e della Convenzione Onu per i rifugiati. "Sono accordi necessari ma non hanno quell'affidabilita' totale che ci si aspetterebbe se fossero sottoscritti con un Paese sereno e tranquillo" dice il direttore di Famiglia Cristiana. Convinto che comunque un percorso possibile ci sia: "Serve una convergenza di attenzione verso i problemi delle migrazioni che porti a decisioni che abbiano a fondamento umanita' e giustizia".
(Red/ Dire)