Roma, 18 lug. - Non e' piaciuta a tutti la visita di alcuni deputati del governo di Tripoli in Egitto. Il presidente della Camera dei deputati del governo di unita' nazionale, Al-Sadiq Al-Kahaili, ha dichiarato che l'organismo "non e' coinvolto in nessun incontro che si svolge al di fuori della Libia" e ha sostenuto che l'iniziativa dei parlamentari volati al Cairo "e' personale e non ha nulla a che fare con questo organismo".
Lunedi' al Cairo si e' conclusa la visita di 70 parlamentari di Tripoli, invitati dal governo del presidente Abdel Fattah Al-Sisi per confrontarsi con gli omologhi egiziani. Previsto anche un incontro con la commissione che si occupa di seguire la crisi libica.
La dichiarazione del presidente del parlamento di Tripoli giunge poco dopo un appello congiunto siglato dai governi di Italia, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Emirati ed Egitto affinche' sia raggiunto il cessate-il-fuoco tra le milizie fedeli al primo ministro Fayez Al-Serraj e le forze del generale alla guida della Cirenaica, Khalifa Haftar. Quest'ultimo a inizio aprile ha sferrato un'offensiva nella zona a sud della capitale per ottenere il controllo di Tripoli e dell'aeroporto, con l'obiettivo di porre fine al governo Al-Serraj, promosso dalle Nazioni Unite, e poter prendere il pieno controllo delle risorse petrolifere del Paese.
Nella nota congiunta, i governi dei sei Paesi dichiarano che per la crisi in Libia "non puo' esserci la soluzione militare", quindi incoraggiano le parti a implementare il piano proposto dalle Nazioni Unite, i cui membri sono esortati a "proteggere le risorse petrolifere in accordo con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza".
Una presa di posizione che segue un'escalation di tensioni tra il governo di Tripoli e la Francia: il ritrovamento di armi provenienti dalla Francia negli arsenali di Haftar ha alimentato i sospetti di una collaborazione di Parigi con il leader della Cirenaica.
Negli scontri avviati da Haftar a sud della capitale, hanno perso la vita decine di civili - tra cui anche migranti rinchiusi nei centri di detenzione - mentre oltre 90mila libici residenti hanno dovuto lasciare le proprie case.
Gia' da tempo pero', testimoni locali e media internazionali denunciavano un sostegno prestato da Egitto, Francia e Arabia Saudita ad Haftar per rovesciare Al-Serraj, attraverso fondi e armamenti.
(Red/ Dire)