Roma, 4 lug. - "Nei Paesi africani mancano dati sul fenomeno delle migrazioni, fondamentali per avverare delle strategie, per governarle, o implementare governance per lo sviluppo. Ora, grazie a cinque mesi di lavoro, esiste un database almeno su Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Guinea Conakry".
Lo ha dichiarato Tanguy-Herman Pounekrozou, responsabile armonizzazione proposte e raccomandazioni, che ha redatto un rapporto a partire dal progetto lanciato da Link2007 'Redemption Song', realizzato nei cinque paesi citati dell'Africa occidentale, con l'obiettivo di informare i giovani sui rischi dell'emigrazione irregolare.
Per la sua redazione, ha detto Pounekrozou nel corso della presentazione di oggi a Roma, sono stati coinvolti 250 attori nazionali e internazionali impegnati sul tema. Estrapolati numeri, ma anche "un quadro sulle politiche e i progetti attuati, nonche' sulle buone pratiche".
Un esempio, ha evidenziato l'esperto, e' il Senegal, "che lavora per creare opportunita' per i giovani, sia per quelli che sono tornati, sia per evitare che altri partano".
In Guinea invece, ha detto Mehret Tewolde, del Summit nazionale delle diaspore, "il governo tappezza i muri nella capitale di manifesti che avvertono sui pericoli dell'emigrazione irregolare", un fatto che dimostra "l'impegno da parte delle istituzioni di affrontare il problema".
La campagna di sensibilizzazione 'Redemption Song', finanziata con le risorse del Fondo Africa, ha contato 60mila passaggi televisivi, attraverso 15 emittenti locali coinvolte; 2mila passaggi radio tramite 40 stazioni radiofoniche; ben cinque i reportage trasmessi su radio, tv o nel corso di incontri e dibattiti organizzati in 11 citta' dei cinque Paesi e oltre 60 gli artisti che hanno collaborato al progetto.
Infine, sono stati realizzati 10 workshop di "capacity building" rivolti a potenziali candidati alle migrazioni, a cui hanno partecipato 350 persone. Questo lavoro ha visto un momento di confronto finale il 13 giugno a Dakar, chiusosi con una Dichiarazione di intenti che prevede tra le altre cose la creazione di una rete di dialogo, nonche' l'impegno a sviluppare e attuare strumenti giuridici in materia di migrazioni.
(Red/ Dire)