Roma, 20 giu. - "Il Madagascar ha bisogno di investimenti. È un paese ricco di risorse naturali, ma c'e' tanta poverta'. Risposte arrivano da Cina, Stati Uniti o Francia, e ci rattrista che la presenza italiana sia inferiore. Vorremmo anche presto un'ambasciata italiana in Madagascar, sarebbe importante per gli operatori italiani nel nostro Paese. Ecco perche' sono qui". Cosi' alla Dire Niaina Andriantsitohaina, ministro degli Esteri del Madagascar, ospite di un incontro a Roma organizzato dall'Italia Africa Business Week (Iabw) in collaborazione con l'Ambasciata del Madagascar. I settori di maggior interesse per il ministro malgascio sono il turismo, "in cui voi italiani eccellete", poi rinnovabili e cura dell'ambiente, agribusiness, tessile, infrastrutture, minerario.
Per il rappresentante del nuovo governo, insediatosi 4 mesi fa, "e' un momento formidabile per investire. Noi ci stiamo impegnando a migliorare la sicurezza, battere la corruzione e creare un ambiente economico favorevole". Quanto alla poverta' diffusa - 7 malgasci su 10 vivono con meno di 2 dollari al giorno secondo stime della Banca mondiale - "stiamo lavorando molto con le organizzazioni internazionali per risolvere i problemi piu' immediati, ma questa situazione e' anche effetto dei cambiamenti climatici, che rendono difficile alle persone di reperire cibo".
In questo senso, prosegue il ministro Andriantsitohaina, "stiamo mettendo in atto tutta una serie di misure in agricoltura affinche' sia prima di tutto realizzata in modo responsabile, e poi in grado di permettere alla popolazione di sopravvivere".
Quanto ai diritti umani, "lavoriamo al rafforzamento dello Stato di diritto e alla lotta alla corruzione" risponde il rappresentante di Antananarivo. Che nel corso dell'incontro ha riferito che in questi primi mesi di mandato "si sono ridotte le rapine e i sequestri", molto frequenti sull'isola africana, a scopo di estorsione.
Come ha tenuto a ricordare il ministro Niaina Andriantsitohaina, il governo del presidente Andry Rajoelina ha ereditato una situazione economica difficile: "Usufruiamo di un budget di un miliardo di dollari all'anno: lavoriamo con risorse limitate afronte di moltissime sfide. Dobbiamo intervenire per migliroare l'educazione, la sanita', le infrastrutture energetiche - molti coloro che ancora oggi vivono senza corrente elettrica - ma soprattutto per creare posti di lavoro per i nostri numerosi giovani". E in questo "gli investimenti esterni sono fondamentali".
Ecco perche' Antananarivo sta anche puntando a "creare un ambiente sicuro e favorevole per i cittadini ma anche per gli operatori economici stranieri". Da qui la creazione di varie zone economiche speciali, con una semplificazione della burocrazia e del regime fiscale. Ad esempio, il governo ha deciso di azzerare le imposte per chi investe sopra i 17 milioni di dollari; quindi, forte l'impegno per rinnovare porti e aeroporti per facilitare l'import-export. Ma anche nel settore delle infrastrutture, ha dichiarato il ministro degli Esteri, "c'e' spazio per le imprese straniere. E mi dispiace dirlo- ha aggiunto- ma in questo le aziende cinesi sono piu' rapide di quelle italiane".
Una prima risposta a queste istanze e' giunta da Antonella Fontana, vicario dell'Ufficio Internazionalizzazione delle imprese del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, presente all'incontro di stamani a Roma: "Mi rallegra che ci sia complementarieta' tra le priorita' di sviluppo del Madagascar e le nostre eccellenze: l'imprenditoria italiana e' molto forte nelle rinnovabili, nell'agribusiness o nel turismo. Ma e' vero che sono ancora poche le imprese italiane in quel Paese". Fontana ha concluso evidenziando che la grande distanza che separa i due Paesi "puo' essere compensata dalle grandi opportunita' per l'export: in Madagascar gli operatori non solo possono guardare a un mercato interno di 25 milioni di abitanti, ma anche considerare l'isola come una piattaforma per aprirsi ai Paesi vicini".
(Red/ Dire)