Roma, 13 giu. - Una lettera aperta al presidente Isaias Afewerki con l'appello a "riportare l'Eritrea nel suo giusto posto nella famiglia delle nazioni d'Africa" e a "rilasciare giornalisti e prigionieri politici" e' stata pubblicata da oltre cento tra scrittori, intellettuali e attivisti del continente.
Nel testo, rilanciato da alcune delle principali testate subsahariane, si evidenzia che l'Eritrea e' descritta spesso come "una delle societa' piu' chiuse" d'Africa.
A firmare l'appello tra gli altri il nigeriano Wole Soyinka, primo premio Nobel della letteratura africano, lo scrittore etiopico-americano Maaza Mengiste e l'attivista anti-corruzione keniano John Githongo.
Nella lettera si cita il nodo delle migrazioni. "Siamo rattristati - scrivono i firmatari - dalle sofferenze delle tante migliaia di africani, anche eritrei, che si sentono costretti a lasciare la loro patria in cerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie".
Scrittori, intellettuali e attivisti sottolineano di voler inviare una delegazione ad Asmara per parlare con il presidente ma anche con i cittadini comuni, "compresi giornalisti, scrittori e altre persone oggi imprigionate".
Formazione marxista, gia' militante del Fronte per la liberazione dell'Eritrea, Afewerki e' stato protagonista dell'indipendenza dall'Etiopia conquistata nel 1991 e sancita dalla sua elezione alla guida dello Stato nel 1993.
Una fase differente, con accuse di militarizzazione della societa' e di negazione di liberta' civili, si e' accentuata dopo il conflitto con l'Etiopia combattuto tra il 1998 e il 2000.
Tensioni, queste con Addis Abeba, che un'intesa di riconciliazione siglata lo scorso anno avrebbe pero' contribuito a ridurre. "Questo accordo - annotano al riguardo gli scrittori - e' uno sviluppo molto apprezzato da tutti gli africani di buona volonta'".
(Red/ Dire)