Roma, 6 giu. - "La Siria, mi disse monsignor Zenari tempo fa, e' cinque volte peggiore dell'inferno. Spero che questa situazione sia migliorata. Noi della Cei restiamo davvero vicini ai tanti fratelli e sorelle di questa terra martoriata, e su cui purtroppo si stanno spegnendo i riflettori del mondo, proprio quando i gesti di solidarieta' dovrebbero moltiplicarsi".
Cosi' il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, intervenendo a Roma a una conferenza stampa per fare il punto sul progetto 'Ospedali aperti'.
Il progetto, ideato dal cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, punta a garantire le cure anche alle vittime piu' povere del conflitto. Gestione affidata ad Avsi, organizzazione internazionale attiva su piu' fronti per dare sostegno alla popolazione siriana, che opera con Fondazione policlinico Gemelli e la Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, per il potenziamento di tre ospedali non profit: l'Ospedale italiano e l'Ospedale francese a Damasco e l'Ospedale St. Louis ad Aleppo. Ad oggi, e' stato sottolineato durante la conferenza stampa, all'ambasciata italiana presso la Santa Sede, sono assicurate gia' 23mila cure gratuite.
"Impegnandoci nella ricostruzione degli ospedali, come ha proposto con grande umanita' il nunzio Zenari - ha detto il cardinale Bassetti - speriamo di rispondere almeno alle necessita' primarie della popolazione, soprattutto alle sofferenze dei bambini".
Il presidente della Cei ha aggiunto: "Ho parlato del silenzio dei media, per questo sono molto felice che due giornalisti del 'Sir', il servizio giornalistico della Cei, stiano per partire per la Siria". Una missione, conclude monsignor Bassetti, "che ci servira' per fare il punto sulla ricostruzione degli ospedali".
Dallo scoppio della guerra, nel 2011, le Nazioni Unite hanno stimato quasi mezzo milione di morti e oltre 12 milioni di sfollati, di cui sei rifugiati all'estero.
Pietro Sebastiani, ambasciatore italiano presso la Santa Sede, ospite della conferenza stampa, ha aggiunto: "Il conflitto siriano rappresenta una delle crisi umanirarie peggiori del mondo. La Santa Sede costituisce un interlocutore privilegiato nel dialogo diplomatico per raggiungere una soluzione politica a questo conflitto e nell'incoraggiare la tutela delle minoranze".
(Red/ Dire)