Roma, 31 gen. - A otto anni dai moti di piazza Tahrir, al Cairo, che portarono alla fine del regime trentennale di Hosni Mubarak, in Egitto alcuni attivisti e intellettuali incarcerati stanno commemorando l'anniversario con uno sciopero della fame.
A rilanciare l'iniziativa sono varie organizzazioni per i diritti umani egiziane, tramite i principali social network, anche per denunciare la repressione del dissenso da parte dell'attuale governo di Abdel Fattah Al-Sisi. Lo sciopero e' stato avviato da Islam Khalil, Galal Al-Behairy, Shady Ghazaly Harb, Ahmed Sabry Abu Alam e Abdel Fattah Saeed Al-Banna, le vicende dei quali sono state raccontate da quotidiani arabi e internazionali.
La detenzione di Khalil, iniziata a marzo per via del suo attivismo politico, l'8 gennaio e' stata estesa di altri 45 giorni. Anche Amnesty International da' notizia del caso, sostenendo che in carcere il giovane si e' visto negare l'assistenza medica di cui avrebbe bisogno.
Al-Behairy e' un poeta, finito in manette perche' nell'ultimo libro che ha pubblicato avrebbe espresso critiche e insulti contro l'esercito. Processato da un tribunale militare, a luglio si e' visto comminare una sentenza a tre anni di reclusione.
Harb e' stato invece incarcerato per "diffusione di notizie false, atti terroristi e adesione a un gruppo terrorista". L'attivista e' stato denunciato dopo aver pubblicato tweet in cui criticava la cessione delle due isole egiziane di Tiran e Sanafir da parte del governo del Cairo all'Arabia Saudita. Harb e' in carcere da oltre 200 giorni.
Abu Alam e Al-Banna fanno invece parte di un'ondata di arresti di intellettuali avvenuta ad agosto. Entrambi sono docenti universitari che si sono visti contestato il reato di adesione a gruppi terroristi e attivita' criminali. Secondo i loro legali, i giudici non avrebbero rivelato le ragioni di tali accuse.
(Red/ Dire)