Roma, 31 gen. - Ha terminato il suo mandato la Commissione verita' e giustizia per il Mali (Cvjr), un organismo creato nel 2014 per far luce sulle violazioni dei diritti umani e le uccisioni ad opera dei gruppi armati ribelli o delle forze di sicurezza nel corso delle diverse crisi interne che si sono susseguite dal 2012.
Fino al dicembre scorso i responsabili dell'organismo hanno raccolto le testimonianze di 10.099 vittime, ma per Ibrahima Coulibaly, uno dei commissari intervistato da 'Radio France Internationale', il lavoro e' lungi dall'essere stato portato a termine. Secondo Coulibaly, le persone hanno problemi concreti ad accedere: "L'ufficio di Kidal ad esempio e' stato aperto solo due settimane prima della fine del mandato della Cvjr". "Quando un testimone e' visto in una delle sedi della Commissione, poi ha problemi" ha aggiunto Coulibaly: "Rischia di essere ucciso o comunque subisce conseguenze".
Ora, l'obiettivo e' rinnovare il mandato della Commissione per i prossimi anni, mentre Ousmane Oumarou Sidibe', il presidente della Cvjr, conta di presentare entro marzo una legge per ottenere un indennizzo economico per le vittime delle violenze o per i loro familiari.
A questi progetti si aggiunge pero' la proposta del governo di una legge per la riconciliazione nazionale, a cui si oppongono le associazioni delle vittime. Queste ultime la considerano un'amnistia per i responsabili di eccidi e abusi e quindi un provvedimento che andrebbe anche a vanificare tutto il lavoro realizzato dalla Commissione.
(Red/ Dire)