Roma, 24 gen. - Da quando il governo dell'Etiopia ha aperto all'amnistia per gli oppositori politici, a luglio scorso, circa 13.200 persone sono state scarcerate. La stima e' stata diffusa dal governo stesso e rilanciata dai principali media locali.
Secondo i report del precedente esecutivo, dall'inizio delle proteste nel 2015 non meno di 30mila persone sono finite dietro le sbarre. Si tratterebbe in larga parte di manifestanti, attivisti politici, studenti, giornalisti, avvocati e blogger.
La stretta delle autorita' al dissenso e' stata sostenuta da una legge sul terrorismo particolarmente dura, che ha criminalizzato alcuni movimenti di opposizione tra cui il Fronte di liberazione Oromo e il Fronte nazionale di liberazione dell'Ogaden, ma anche semplici dimostranti.
Il nuovo esecutivo subentrato in aprile e guidato da Abiy Ahmed ha lanciato invece un piano di riconciliazione nazionale, che ha voluto riabilitare questi movimenti a patto che abbandonino la lotta, accettando il disarmo.
Il prossimo passo di Addis Abeba dovrebbe consistere nella riforma della legge sull'antiterrorismo.
(Red/ Dire)