Roma, 17 gen. -"Non torneremo mai al regime che e' durato 30 anni e non ci ha portato da nessuna parte, ha diviso il Sudan, ci ha fatto fuggire dal Paese, ci ha portati alla fame, ha creato problemi tra famiglie e razzismo, ha bombardato con armi chimiche in Darfur". Cosi' all'agenzia 'Dire' Adam 'Bosh' Nour, portavoce di un movimento di rifugiati sudanesi, in Italia da circa 18 anni per sfuggire alla guerra e alle violenze nel suo Darfur.
"Dobbiamo liberarci di questo cancro, lo chiamo cosi', perche' uno che ha ucciso mio padre e lo ha bruciato non lo chiamo governo, e neanche dittatore" prosegue l'attivista, che ora vive a Roma ed e' in continuo contatto con amici e familiari, che lo aggiornano sulle proteste in corso contro il generale Omar Hassan Al-Bashir e il suo sistema di potere. "Andremo avanti, anche se moriamo tutti" dice Nour. "Fino a che non solo Bashir, ma tutto il Congresso nazionale sudanese e i Fratelli musulmani non se ne saranno andati".
L'intervista con Nour si e' svolta a margine dell'incontro 'Illuminiamo il Sudan' in cui la giornalista Antonella Napoli ha diffuso materiali raccolti nell'ambito del suo recente viaggio nel Paese. "Sappiamo che il mondo non parla perche' ha grandi interessi in questo Paese ma non ci fermeremo" dice Nour. "La comunita' europea conta tanto, i giornalisti di qui vadano in Sudan per parlare della situazione".
Insieme con altri connazionali, Nour ha partecipato nelle scorse settimane all'organizzazione di un presidio davanti all'ambasciata del suo Paese a Roma, e nuove iniziative sono in via di definizione.
(Red/ Dire)