Roma, 21 feb. - "Agli etiopi abbiamo chiesto: 'Cosa ci farete con i soldi che guadagnerete una volta che avrete invaso l'Italia?'. Ci hanno risposto: 'Ci compreremo le capre'". E' la prima battuta dell'intervista a Davide Paolino e Gianni Zoccheddu, editori di Lercio, il giornale online di satira, nuovo testimonial delle campagne di Amref Health Africa - Italia.
Paolino e Zoccheddu sono da poco stati nel sud dell'Etiopia per visitare il progetto 'Asure' dedicato alla salute sessuale. Un viaggio "istruttivo, per capire in che modo, col nostro lavoro, possiamo far capire cosa fa Amref in Africa" spiegano i due autori. E che cosa fa? "Tantissimo, e' un lavoro molto complesso. Aiuta davvero le persone a casa loro" dice Gianni. L'obiettivo della sinergia tra Lercio e Amref sarebbe infatti anche combattere gli stereotipi piu' diffusi.
"Pero' - chiariscono Paolino e Zoccheddu - Amref interviene con l'ottica di farli camminare con le proprie gambe. Gli operatori ce lo ripetevano spesso. Dovrebbe piacere ai nostri sovranisti, ma a quanto pare non gli sta bene niente".
I due autori raccontano cosi' delle critiche che sui social il loro viaggio ha attirato: "Ci hanno chiesto di non tornare piu'" ridono. Il viaggio in Africa e' servito anche a realizzare un piccolo "esperimento". "Abbiamo portato con noi un amico speciale, immaginario" spiegano: "Un razzista. Il classico hater, omofobo e un po' ignorante, che dice 'buonisti del ca...' a tutti a prescindere". Ma in fondo, secondo Paolino, "non sa nulla, perche' pieno di preconcetti che gli arrivano dalle fake news o dai discorsi di certe personalita' pubbliche".
E la reazione delle persone? "Si sono divertiti tantissimo. All'inizio eravamo un po' timorosi. Ma tutti hanno capito subito qual era il nostro intento. E alla fine e' diventato il loro migliore amico. Una sera lo hanno persino portato a bere" confidano con un po' di disappunto i due di Lercio, che quella sera sono rimasti a casa.
"Davide Paolino e Gianni Zoccheddu sono riusciti a trovare la chiave giusta per parlare di razzismo a chi in Italia ne e' vittima" aggiunge Marta Bove, responsabile comunicazione e fundraising di Amref, che ha accompagnato gli autori nel loro viaggio.
Ma una ong come Amref e' utile? "Moltissimo, ma se non vai a vedere coi tuoi occhi non capisci ne' il valore del lavoro delle ong, ne' la quotidianita' che vivono queste popolazioni" rispondono Paolino e Zoccheddu, che in Africa non avevano mai messo piede. "Pensiamo all'Africa come a un deserto, o a un luogo tropicalea' invece l'Etiopia e' verdissima, piena di acqua. Pero' in molte zone mancano le infrastrutture per portarla nelle case".
Il progetto 'Asure', spiega Bove, "punta a migliorare la conoscenza sull'educazione sessuale e riproduttiva, migliorando la pianificazione familiare. Ma essendo Amref una ong africana - i cui operatori sono per il 90 per cento locali - risolve le problematiche dando soluzioni africane". Interviene Zoccheddu: "Le ragazze di 15 anni ci dicevano che vogliono studiare. Ma le gravidanze precoci sono la prima causa di abbandono scolastico. Ecco perche' emancipare le donne significa emancipare il Paese, l'Africa".
Il ricordo piu' bello? "Vedere con che entusiasmo i ragazzi partecipavano agli incontri informativi o alle recite teatrali - peraltro molto esplicite - senza problemi di essere 'misti': maschi e femmine, cristiani e musulmani" risponde Zoccheddu.
Paolino invece ricorda un concorso: "Il premio era un libro di testo, e i ragazzi facevano di tutto per aggiudicarselo. Da noi, forse, ce lo tirerebbero addosso. La voglia di studiare e' cosi' forte che anche i bambini sono disposti a camminare chilometri ogni giorno per raggiungere la scuola. Una volta scoperta questa realta' "tutto cambia. Vedi il mondo con occhi nuovi".
(Red/ Dire)