Roma, 7 feb. - Per la prima volta, l'Onu e l'Unione Africana organizzano insieme una conferenza per la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti: l'appuntamento, spiega all'agenzia 'Dire' Renata Clarke, a capo dell'unita' 'Food Safety' della Fao, e' in programma ad Addis Abeba il 12 e 13 febbraio.
"Al termine della due giorni - sottolinea la responsabile - capi di Stato e di governo, ministri e dirigenti di organizzazioni internazionali e rappresentanti della societa' civile e del settore privato firmeranno una dichiarazione politica per promuovere una collaborazione piu' coordinata, maggiore supporto tecnico e investimenti per migliorare la sicurezza alimentare".
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), ogni anno a causa di cibi non sicuri circa 600 milioni di persone soffrono di malattie alimentari.
"Sono cifre paragonabili a quelle della tubercolosi o della malaria" sottolinea Clarke. "Bisogna investire sulla sicurezza sanitaria degli alimenti perche' i costi di questa emergenza, stimati in almeno cento miliardi di dollari, ricadono perlopiu' su Paesi poveri".
Secondo la dirigente della Fao, "all'origine di malattie e decessi c'e' spesso la mancanza di accesso a fonti di acqua pulita, la contaminazione da batteri patogeni come gli escherichia coli o la salmonella, la diffusione di agenti chimici o la presenza di microtossine prodotte da muffe in ambienti e climi umidi".
L'assunto e' che per garantire sicurezza serva un'alleanza ampia, tra pubblico e privato, profit e no profit, che copra le diverse fasi della produzione e della distribuzione degli alimenti.
La conferenza di Addis Abeba, in questo senso, rappresenterebbe un passaggio significativo. All'incontro interveranno il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il presidente della Commissione dell'Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, e il direttore generale della Fao, Jose Graziano da Silva.
"Negli anni - sottolinea Clarke - si e' capita l'importanza della sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti anche rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e in particolare al numero, quello per la 'Fame zero'". E le parole che ad Addis Abeba vorrebbe ascoltare? "Investimenti nelle tecnologie - risponde la dirigente della Fao - e poi sostegno alle 'best practices' e ai sistemi di monitoraggio".
(Red/ Dire)