Roma, 19 dic. - In India continuano le proteste contro la nuova legge sulla cittadinanza per gli stranieri approvata martedi', che introduce un parametro religioso che esclude le persone di fede musulmana.
Oltre un centinaio di studenti sono rimasti feriti ieri nel corso di scontri con la polizia all'interno di due grandi universita' pubbliche dell'India, mentre la mobilitazione ha raggiunto decine di altri istituti in tutto il Paese. Circa cento, secondo fonti concordanti, gli arresti.
I disordini piu' gravi sono stati registrati in universita' tradizionalmente frequentate da studenti musulmani: la Jamia Millia Islamia (Jmi), della capitale New Delhi e la Aligarh Muslim University (Amu), ad Aligargh, nello Stato settentrionale dell'Uttar Pradesh.
Uno dei dirigenti della Jmi, Waseem Ahmed, ha denunciato che "la polizia e' entrata nel campus con la forza, senza permesso". Per Ahmed, "le forze dell'ordine hanno picchiato e costretto a fuggire gli studenti". Sentiti dalla stampa locale, ragazzi di entrambe le universita' coinvolte hanno detto che la polizia ha fatto irruzione anche nelle aule e nelle biblioteche.
Il primo ministro Narendra Modi ha accusato i partiti dell'opposizione di fomentare le proteste, che in cinque giorni si sono diffuse in numerose zone dell'India dallo Stato di confine con il Bangladesh dell'Assam, uno dei maggiormente toccati dal nuovo provvedimento, contestato dai critici perche' incoraggerebbe la migrazione illegale da oltre frontiera.
Il Citizenship Amendment Bill (Cab), questo il nome della legge, modifica i termini per l'acquisizione della cittadinanza stabiliti da norme risalenti al 1955. Con la riforma i cittadini non musulmani che provengono da Bangladesh, Pakistan e Afghanistan e che abbiano vissuto in India almeno negli ultimi 12 mesi potranno fare immediatamente domanda per diventare indiani.
(Red/ Dire)