Roma, 18 apr. - Centinaia di contadini dello Zambia hanno ottenuto che si svolga in Gran Bretagna un processo per l'inquinamento ambientale dei loro villaggi, di cui accusano la multinazionale del settore minerario Vedanta.
Lo ha stabilito la Corte suprema del Regno Unito, contraddicendo la tesi di Vedanta, basata a Londra, secondo cui il caso doveva essere trattato da un tribunale dello Zambia.
Secondo l'accusa, l'azienda avrebbe responsabilita' nello sversamento di metalli pesanti nelle acque del fiume Kafue e dei suoi affluenti, nel tratto che attraversa la provincia centro-settentrionale del Copperbelt.
I giudici hanno stabilito che, dal momento che i circa 1.826 sostenitori dell'accusa vivono in condizioni di poverta', avrebbero avuto difficolta' ad accedere alla giustizia nel loro Paese. Qui, infatti, sostenere un processo risulterebbe piu' oneroso in virtu' di un diverso sistema normativo.
"Spero che questa decisione mandi a tutte le altre multinazionali un messaggio forte, affinche' le loro policy sulla responsabilita' sociale d'impresa non siano viste solo come uno smalto per la loro reputazione ma come impegni importanti da mettere in atto" ha sottolineato l'avvocato Martin Day, che difende i contadini zambiani, in un messaggio pubblicato oggi dal sito del suo studio Leigh Day.
Soddisfazione e' stata espressa anche da varie organizzazioni per i diritti umani, come le ong riunite nel network per la responsabilita' sociale Core Coalition.
Quest'ultimo, basato a Londra, ha colto l'occasione per lanciare una campagna per una "legge efficace che chieda alle compagnie e agli investitori di agire per impedire abusi dei diritti umani, sfruttamento del lavoro e danni ambientali" a livello globale.
Secondo diversi osservatori, la decisione di oggi potrebbe costituire un precedente importante e influire su diversi casi analoghi.
(Est/Dire)