Kenya, tasse sui pagamenti con il cellulare: a Nairobi e' scontro
Per governo imposte a favore piu' poveri, ma c'e' chi protesta
Roma, 27 set. - Il parlamento del Kenya discute oggi su una manovra finanziaria che comprende la tassazione degli invii di denaro tramite telefono cellulare. Con l'aumento dei costi di queste transazioni, l'obiettivo dichiarato dal presidente Uhuru Kenyatta sarebbe accrescere le entrate fiscali senza gravare sulle fasce sociali piu' povere. Secondo il sito d'informazione di Nairobi 'Business Daily', pero', il "denaro mobile" e' usato da un'ampia maggioranza dei keniani.
I dati sembrano confermarlo: il Kenya, che conta meno di 50 milioni di cittadini, ospita 20 milioni di utenti regolari di M-Pesa, il servizio di portafoglio digitale della compagnia telefonica Safaricom, detenuta per due quinti dalla britannica Vodafone.
M-Pesa e' solo la piu' diffusa delle applicazioni per i trasferimenti di denaro online, che nei 12 mesi precedenti al marzo 2018 hanno raggiunto un valore di 3,7 trilioni di scellini (oltre otto miliardi di euro).
Safaricom sostiene che l'aumento della tassazione, che secondo Kenyatta potrebbe passare dal 12 al 20%, colpirebbe soprattutto i piu' poveri. La maggior parte di questi non hanno conti bancari e fanno ampio ricorso ai trasferimenti online, che sono largamente utilizzati anche, ad esempio, per l'invio di rimesse dall'estero.
In passato, il governo ha incoraggiato i pagamenti online per migliorare la sicurezza e ridurre frodi e truffe.
Poche settimane fa, il segretario del Tesoro Henry Rotich aveva gia' pianificato un aumento del 2 per cento delle tasse sulle transazioni online (dal 10 al 12 per cento). La tesi era che le maggiori entrate avrebbero finanziato un piano nazionale per la copertura sanitaria universale.
La misura era compresa in un disegno di legge respinto dallo stesso Kenyatta e proprio oggi dichiarato illegale da un tribunale di Nairobi. Secondo i giudici, la norma non avrebbe attraversato il dovuto iter parlamentare prima dell'applicazione.
(Vig/Dire)
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